Bruxelles – L’Europa è di fronte ad una fase di transizione digitale in cui lo sviluppo delle Intelligenze Artificiali (IA) avrà un impatto economico e sociale nella vita ordinaria. In questa cornice di digitalizzazione a 360° dei beni e dei servizi, quali sono i vantaggi da cogliere per l’Italia? Come farà il paese a sfruttare lo sviluppo delle IA per migliorare la competitività del proprio mercato? Stefano da Empoli ci fornisce alcune risposte con il suo nuovo libro “Intelligenza artificiale: ultima chiamata. Il Sistema Italia alla prova del futuro” (Bocconi Editore) presentato ieri alla libreria Se m’ami a Bruxelles, con la partecipazione di Irene Tinagli, presidente della commissione Problemi Economici e Monetari al Parlamento europeo, e Roberto Viola, direttore generale della Direzione Generale (DG) per la Comunicazione, la Rete, il Contenuto e la Tecnologia (CONNECT) alla Commissione europea.
L’ultima chiamata per salire a Bordo! Non c’è dunque quasi più tempo né per Roma né per Bruxelles, l’appello a tuffarsi a capofitto nello sviluppo dell’IA sembra essere più urgente di quanto si potesse immaginare. Non a caso la presentazione del libro si trasforma in un vero e proprio dibattito sul futuro digitale di un’Europa lasciata ormai troppo indietro da Stati Uniti e Cina.
“Abbiamo la sintesi ma ci manca l’analisi”, Viola cita le note di “Bomba o non bomba” di Venditti per descrivere il nodo principale che non riesce a sciogliere l’Europa. Lo sviluppo delle IA, spiega in seguito il direttore generale di DG CONNECT, è costantemente ostacolato da un gap “narrativo”, che si traduce nell’abisso tra ciò che la politica predica e le decisioni che vengono realmente prese e poi messe in pratica. D’altro canto “con oltre 500 milioni di abitanti e il rispettivo PIL europeo”, sostiene nuovamente Viola, “l’Europa è il centro più importante al mondo”, lasciando intendere che Bruxelles abbia tutte le potenzialità per affrontare al meglio la transizione digitale; il problema, continua il funzionario della Commissione, è che in materia di sviluppo delle IA l’UE si sia sempre comportata come “una vecchia signora supponente”.
“Un po’ di tragedia però ci vuole”, aggiunge ironicamente Viola, giustificando il titolo allarmante del libro di da Empoli e ricordando che c’è sempre bisogno di incutere la giusta dose di timore per attrarre l’attenzione degli europei, soprattutto nel sud del continente. La transizione digitale potrebbe davvero dare una spinta economica alle Piccole e Medie Imprese italiane, continua Viola facendo luce sullo Stivale, le IA amplificherebbero il valore aggiunto dei prodotti e delle materie prima dando una marcia su alcuni settori di punta del paese, quali “la moda, il turismo e la stessa robotica”. In questo frangente è però essenziale che “lo stato assuma un ruolo direttivo e che promuova riforme a costo zero che facciano fare il salto di qualità”, conclude Viola.
“Le fasi di transizioni spaventano, parte della forza lavoro subisce bruscamente nel breve termine l’innovazione”, interviene Tinagli, che, nonostante sottolinei la drammaticità che si può celare dietro una fase di cambiamento, si schiera fermamente a fianco del progresso, ricordando che “la storia, vista dall’alto, ci insegna che l’evoluzione ha sempre creato valori, migliorando la qualità del lavoro aggiungendo ricchezza ai prodotti”. “La sfida della transizione significa preparare l’intera società alla trasformazione digitale, assorbendo le tecnologie e trasformandole in valore aggiunto il prima possibile, lavorando sulla competitività”, aggiunge Tinagli, che conclude: “C’è in gioco la tenuta di tutta l’Unione Europea, è una fase epocale”.