Bruxelles – Tutto secondo copione. Al netto dei naturali ‘distinguo’ dettati da ragioni geografiche ed ideoligiche, il Parlamento europeo sostiene il green deal Commissione europea nei suoi obiettivi e nella sua ambizione. C’è la consapevolezza diffusa che risorse per finanziarlo non ci sono perché non rese disponibili dai governi, e l’esecutivo comunitario proprio al Parlamento si rivolge per stringere un’alleanza che possa esercitare la pressione necessaria sui membri del Consiglio UE per sborsare il denaro che servirà.
L’intervento di Ursula von der Leyen è un invito a lavorare insieme. “Siamo qui oggi perché abbiamo bisogno di voi”, dice la presidente della Commissione europea agli eurodeputati riuniti a Bruxelles per una sessione d’Aula straordinaria convocata per l’occasione. “Quello di oggi scandice Ursula von der Leyen – non è un punto d’arrivo, quanto l’inizio di un nuovo cammino, e abbiamo bisogno di voi per poter andare avanti”. L’invito è chiaro. Ma lo rende ancor più lampante Frans Timmermans, il vicepresidente esecutivo responsabile per il patto sulla sostenibilità. “Abbiamo bisogno di un ruolo guida del Parlamento per far convincere i nostri Stati membri in Consiglio a fare la cosa giusta”.
La presentazione della strategia del team von der Leyen diventa il momento per sancire una nuova alleanza tra le due istituzioni. Il momento della verità sarà a gennaio. Nella sessione plenaria di inizio anno (13-16 gennaio) si voterà una risoluzione sul green deal. L’Aula ha accolto la richiesta del capogruppo dei Verdi Philippe Lamberts di “esprimersi in modo comprensivo su un progetto comprensivo”. Proprio lui domanda “se e come verrà realizzata la lista delle buone intenzioni” contenuta nella strategia della Commissione. Un modo per von der Leyen di creare una saldatura col Parlamento.
“C’è chi sostiene che finanziare la transizione comporti un costo elevato”, premette la presidente della Commissione europea in riferimento a Polonia, Ungheria e Romania, i Paesi che frenano. “Non dimentichiamo quanto costerebbe non avere una transizione. Ogni anno le nostre economie perdono 10 miliardi di euro per la siccità, e cinque miliardi di euro a causa delle inondazioni. E non è che l’inizio”.
Se da una parte popolari (PPE), socialdemocratici (S&D) non hanno problemi a sostenere la Commissione, il blocco dei popolari (RE) è diviso. C’è un’ala, rappresentata dal francese Pascal Canfin, entusiata dal piano e deciso a sostenerlo. C’è un’altra ala del gruppo, rappresentata dal presidente Dacian Ciolos, romeno, più fredda. Canfin elogia quello che definisce “il piano più ambizioso per il clima mai presentato”, Ciolos invita a “non opporre nuove politiche a quelle tradizionali”, suggerendo di correggere il tiro e “migliorare le politiche esistenti, perché non c’è solo l’obbligo di avere ambizioni ma pure quello di trovare soluzioni”.
Il Movimento 5 Stelle si conferma partner su cui contare sulle questioni climatico-ambientale. Le misure contenute nel green deal “vanno nella giusta direzione di un’Europa più verde e che combatte con efficacia i cambiamenti climatici”, sostiene Eleonora Evi, preoccupata però per l’assenza di risorse.
I soldi sono il vero nodo da sciogliere. Ognuno è consapevole che senza le risorse il piano è destinato a fallire. La Sinistra radicale (GUE), per bocca di Manon Aubry lamenta “slogan” e misure “vaghe” nella loro spiegazione di realizzazione. E’ anche alle opposizioni che von der Leyen si rivolge. “Il green deal non sarà privo di sforzi e sarà impegnativo, ma è la cosa giusta da fare. Richiederà tempo, sostegno e solidarietà. E’ una sfida, affrontiamola insieme”.
Sulla possibilità di escludere dal patto di stabilità gli investimenti verdi “sono aperto alla discussione ma non sono ingenuo e so che potrebbe essere usata in maniera sbagliata” come pretesto per non rispettare a pieno il patto di stabilità, spiega il vicepresidente della Commissione UE responsabile per il Green Deal, Frans Timmermans. “Si parla molto con gli Stati membri del fatto che serviranno ingenti investimenti per rendere più verde le nostre economie” dice, ribadendo che la Commissione sta già esaminando le regole sugli aiuti di Stato per favorire la sfida al cambiamento climatico e la transizione energetica.