Bruxelles – Siamo giunti alla vigilia delle tanto attese elezioni nel Regno Unito, è la seconda chiamata anticipata alle urne dal 2017, indipendentemente dall’esito, Londra muterà profondamente i propri rapporti sia con l’Unione Europea che con gli Stati Uniti. A poche ore dalle votazioni i sondaggi danno Boris Johnson, leader dei Conservatori e primo ministro in carica, in netto vantaggio rispetto al rivale, e capofila dei Laburisti, Jeremy Corbyn; 10 punti (ieri il Financial Times dava i Tories al 43% mentre i laburisti al 33%) separano i due protagonisti di queste elezioni, ma il vero punto di domanda verte sulla maggioranza assoluta in Parlamento, posta a 325 seggi. Una cosa è certa, il Regno Unito inaugurerà una nuova stagione di incertezze se la soglia non venisse raggiunta.
Una maggioranza assoluta che Johnson tenta di rincorrere da quattro mesi e mezzo, quando prese il posto del suo predecessore, Theresa May. “Get Brexit done”, Il primo ministro in carica ha fatto della Brexit la sua unica priorità, cercando, ad ogni costo, di assicurarsi un accordo che potesse garantire l’uscita del Regno Unito dall’UE entro la fine di gennaio del prossimo anno. Un obiettivo che, ad oggi, è ancora ben distante. Anche se i sondaggi suggeriscono che Corbyn sia lontano da una maggioranza assoluta, non bisogna escludere l’ipotesi che il leader laburista possa ugualmente spuntarla; in questo caso lo scenario di una coalizione a sinistra con i partiti anti-Brexit, come i Liberal Democratici e i Nazionalisti Scozzesi, potrebbe prendere forma. Quest’ultimo scenario complicherebbe ancor di più la vicenda, riportando sul tavolo un nuovo referendum per l’uscita del Regno unito dall’UE.
Uno sguardo agli Stati Uniti
Il risultato di domani avrà anche un impatto significante sulle future relazioni tra Stati Uniti e Regno Unito. L’alleato europeo per eccellenza di Donald Trump è Boris Johnson, non ci sarà da stupirsi se la vittoria di quest’ultimo rafforzerà ancor di più i legami economici e commerciali tra Washington e Londra. Il rischio è che Bruxelles resti un semplice spettatore, mentre gli americani mantengono il mirino puntato sui risvolti dei negoziati sulla Brexit, sperando in un imminente abbandono dei Britannici. Al contrario, la vittoria di Corbyn infliggerebbe un duro colpo all’amministrazione Trump, dando anche speranza ai Democratici in vista dell’elezioni statunitensi che si terranno a novembre 2020. Il leader laburista ha ripetutamente espresso I suoi sentimenti anti-americani nel corso di tutta la campagna elettorale