Roma – È già stato ribattezzato “l’Airbus delle batterie elettriche”, il progetto di ricerca per lo sviluppo delle che ieri ha ricevuto il via libera definitivo dalla Commissione europea. Il Consorzio è composto da sette Paesi tra cui l’Italia, e Bruxelles ha dato il benestare ad aiuti di Stato per 3,2 miliardi di euro destinati a 17 soggetti pubblici e privati per lo studio e lo sviluppo di accumulatori di nuova generazione, più durevoli e con maggiore attenzione al riciclo. L’intervento pubblico, che per l’Italia è di circa 570 milioni, dovrebbe generare ulteriori investimenti privati per altri 5 miliardi e coinvolgere altri settanta tra centri studi o aziende che indirettamente parteciperanno al consorzio. Le aziende italiane che parteciperanno all’intera filiera di ricerca (materie prime, celle e moduli, sistemi di gestione, ridestinazione e riciclaggio) sono Faam, Endurance, Enel X, Kaitek e Solvay.
I primi passi del progetto “European battery alliance” risalgono a due anni fa e oltre che dall’Italia è sostenuto da Francia, Germania, Belgio Finlandia, Polonia e Svezia che sono stati autorizzati a concedere i finanziamenti. Ieri dopo l’approvazione la vicepresidente e responsabile della Concorrenza, Margrethe Vestager, ha spiegato che “la produzione di batterie in Europa riveste un interesse strategico per l’economia e la società, dato il suo potenziale in termini di mobilità pulita e di energia, creazione di posti di lavoro, sostenibilità e competitività”.
Il sostegno pubblico a un progetto che presenta molti rischi tecnologici e finanziari è necessario e Bruxelles accompagnerà i progressi che verranno fatti, monitorando l’attuazione del progetto con una struttura di governance composta da rappresentanti delle autorità pubbliche dei sette Stati membri e delle imprese partecipanti.
Un progetto “di comune interesse, ambizioso e innovativo” con un orizzonte ampio della politica industriale europea che secondo i programmi della Commissione von der Leyen, dovrebbe superare il modello della somma delle politiche nazionali, specialmente per competere in alcuni settori strategici come questo, con Usa e Cina.
L’obiettivo di riduzione delle emissioni e una nuova politica dell’energia, caratterizzerà certamente la legislatura appena cominciata e l’attenzione non può che andare al comparto automobilistico che conoscerà una svolta significativa e l’industria europea dovrà farsi trovare pronta per affrontare la competizione globale.
“Un passo importante per facilitare la transizione dai combustibili fossili a un’energia più pulita”, secondo il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli che valorizza “il rafforzamento di una comune strategia industriale europea”. Supportando le imprese nella produzione di batterie di nuova generazione a transizione le ricadute saranno positive in termini si sostenibilità ambientale e di competitività del sistema industriale dell’UE.