Vuoi vedere il video di How Can We Govern Europe? Grazie a Radio Radicale ecco qui la prima giornata e la seconda giornata.
Roma – La nuova legislatura europea parte come peggio non potrebbe.Guardando al bilancio per i prossimi sette anni così come proposto dalla presidenze finlandese del Consiglio UE, c’è più di qualche dubbio che l’Unione europea sappia tenere fede agli impegni, oltretutto ambiziosi, in termini di politiche da finanziare nei prossimi sette anni. Dubbi condivisi da tutti i partecipanti al dibattito su “Linee guida per il bilancio dell’UE: MFF, il quadro pluriennale 2021-2027”, tenuto nell’ambito di How Can We Govern Europe, l’evento promosso da Eunews per il dibattito sull’Europa, e giunto alla sesta edizione.
“Le politiche producono sempre effetti sui cittadini. La valutazione d’impatto sul benessere delle persone deve essere un criterio da usare quando si parla di governance”. E’ da questa considerazione che il sottosegretario agli Affari europei, Laura Agea, imposta la sua riflessione. A suo giudizio, chi sta lavorando al bilancio non sta tenendo conto di tutti gli aspetti. “I tagli ci stanno penalizzando in diversi settori. Lo spazio è uno di questi”. Agea ricorda che a livello dialettico “le nostre politiche per lo spazio sono ambiziose, anche a livello di ricerca”. Alle parole però non corrispondere fatti. “Lo spazio subisce un taglio del 10,5%, come trasporti e digitale”. Un segnale tutt’altro che incoraggiante.
A livello generale, denuncia l’europarlamentare di Fratelli d’Italia (ECR), Raffaele Fitto, ci sono tanti punti interrogativi sull’intero impianto di bilancio. Il Consiglio UE ha proposto 150 miliardi di euro in meno rispetto alla proposta originaria della Commissione, che molto punta sul piano per la sostenibilità (Green Deal). “Se non si aumentano le risorse di bilancio si va a incidere su altre voci di spesa”, ragiona Fitto, che non gradisce la revisione al ribasso delle risorse per le regioni. “La proposta finlandese da parte del Mezzogiorno è irricevibile, perché tagliando i fondi di coesione si mettono in mostra delle contraddizioni”. Sulla coesione (-50 miliardi di euro, secondo il documento finlandese) “l’Italia rischia di pagare un pegno importante”, perché il Mezzogiorno rischia di vedere il divario col resto d’Italia crescere ancora. Servirà dunque qualche correzione. Anche perché, ricorda l’esponente di FdI, non c’è solo lo scoglio dell’unanimità in Consiglio. Per passare la proposta di bilancio necessita del via libera del Parlamento europeo, “che già si è espresso contrariamente”.
Che sarà un momento di confronto inter-istituzionale delicato lo dice anche Silvano Presa, direttore generale aggiunto alla Direzione generale Bilancio della Commissione europea. “La proposta finlandese non promette nulla in termini di risultato”. Si rischia dunque uno scontro e una paralisi. C’è il nodo delle risorse che secondo il rappresentante dell’esecutivo comunitario rischia di generare una levata di scudi. “Il documento finlandese riduce anche le spese di politica di coesione, che servono per lo sviluppo regionale specie nella aree più svantaggiate”. E’ lo scotto di cui parla Fitto. “La coerenza con la retorica delle ambizioni” è ciò che sembra mancare.
Roberto Napoletano e Guido Borsani guardano invece all’aspetto più nazionale. IL direttore de l’Altra voce per l’Italia pone l’accento sul settentrione d’Italia che toglie risorse al meridione, sempre più penalizzato in termini di impegni pubblici. Un qualcosa che il governo deve correggere, una volta per tutte. Il Public Sector Industry Leader di Deloitte Italia, invece pone l’accento sulla progettualità. “Serve maggiore attenzione ai progetti cantierabili, a ciò che può essere messo in opera in breve tempo, o si perdono grandi occasioni”. Vuol dire che tante o poche che possano essere le risorse comunitarie, quale che sia il bilancio pluriennale, andranno sprecate.