Bruxelles – Come previsto sul Bilancio pluriennale dell’UE si inizia all’insegna del disappunto e delle preoccupazioni. Il nuovo budget dell’Unione per il periodo 2021-2027 sarà all’attenzione dei leader la prossima settimana, ma già adesso la presidente della Commissione europea boccia il documento negoziale messo a punto dalla presidenza finlandese del Consiglio dell’UE. “Sono preoccupata”, riconosce Ursula von der Leyen al termine della conferenza stampa seguita alla prima riunione del nuovo collegio. “Sono preoccupata per i forti tagli rispetto alla proposta della Commissione, tagli in aree strategiche come difesa e digitale”.
La Commissione Juncker, a maggio dell’anno scorso, aveva proposto agli Stati membri di mettere nella cassa comune 1.246 miliardi di euro per permettere il finanziamento delle politiche per i prossimi sette anni. La presidenza finlandese propone 1.080 miliardi, quasi 150 miliardi in meno.
Guardando alle due voci di spesa menzionate da von der Leyen, viene dimezzata la proposta di risorse per “sicurezza e difesa”. L’esecutivo comunitario aveva proposto 27,5 miliardi di euro, scesi a 14,7 miliardi di euro. La presidenza finlandese taglia del 50%, per le ire di von der Leyen. Quest’ultima ribadisce che non c’è alcuna volgia di sostituire la NATO, che anzi rimane un parter strategico. “Però ci sono aree in cui la NATO non ha voce in capitolo, e qui l’Unione europea dovrebbe costruire la propria sicurezza”.
Riduzioni anche per la voce “mercato unico, innovazione e digitale”. Qui mancano all’appello 30 miliardi circa. La Commissione chiedeva sforzi finanziari per 187,4 miliardi di euro, la presidenza finlandese ne chiede per 151,8 miliardi. “Voglio discutere questo documento negoziale con i miei pari al vertice dei capi di Stato e di governo”, dice von der Leyen, lasciando intendere che questa Commissione non è intenzionata a cedere alle resistenze degli Stati membri.
Ad agitare la nuova inquilina di palazzo Berlaymont il timore di non essere in grado di tener fede alla promessa di un patto per la sostenibilità. Il Green Deal è il cavallo di battaglia di questo esecutivo comunitario e della sua presidente, che teme di non avere le risorse necessarie per tramutarlo in atto. Meno risorse vuol dire meno investimenti.
“Realizzare il Green deal significa dare prospettive e speranze”, oltre che mantenere la parola data. “Questo piano giunge nel momento giusto”, quello di una consapevolezza e una richiesta crescenti di modelli di produzione e di vita rispettosi dell’ambiente. “Vediamo già adesso gli effetti dei cambiamenti climatici”, e l’annessa necessità di contenerli, rimarca von der Leyen.
La voce “risorse naturali e ambiente” è anch’essa rivista al ribasso dai finlandesi: 346,5 miliardi di euro contro i 378,9 miliardi indicati dalla Commissione. Mancano più di trenta miliardi all’appello. Tagli che si ripercuotono sull’agricoltura. Decisioni che incontrano la contrarietà italiana. Se le proposte sono queste “non si potrà puntare a nessun risultato logico”, avverte il ministro per gli Affari europei, Enzo Amendola.