Bruxelles – Neutralità climatica entro il 2040 e riduzione delle emissioni di gas effetto serra del 65 per cento (rispetto ai livelli del 1990) entro il 2030. Il Gruppo dei Verdi dell’Europarlamento alza la posta sulla lotta al cambiamento climatico presentando alla stampa la propria proposta di legge europea sul clima. Una proposta che si preannuncia più ambiziosa rispetto alle due risoluzioni approvate la scorsa settimana dalla plenaria di Strasburgo (taglio delle emissioni di gas effetto serra dal 40 per cento, stabilito nel 2014, al 55 per cento entro il 2030) e si pone, secondo il gruppo parlamentare, in linea con l’obiettivo di circoscrivere il riscaldamento globale non oltre la soglia di 1,5°.
La proposta del Gruppo, che sarà illustrata la prossima settimana alla COP25 delle Nazioni Unite sul clima, anticipa di qualche giorno la presentazione da parte di Ursula von der Leyen delle misure che saranno adottate dal nuovo Esecutivo per perseguire la sua “strategia verde”, il Green New Deal. Ma anticipa di qualche mese anche la proposta di legge sul clima che la Commissione Ue intende presentare a marzo per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Un piano poco ambizioso, dicono i Verdi, che dovrebbe essere anticipato al 2040.
Ad ogni modo, anche ammesso che il Parlamento approvi la strategia di transizione del nuovo Esecutivo, rimane da sciogliere il nodo in Consiglio UE e trovare una convergenza unanime tra i 28 leader dei paesi membri sull’obiettivo della neutralità climatica al 2050, su cui al momento concordano 25 stati su 28. Dopo che la presidente della Commissione avrà tratteggiato l’11 dicembre le linee del suo patto verde sul clima, la questione approderà sul tavolo del Consiglio dell’UE del 12 e 13 dicembre. Alcuni paesi dell’est-Europa sono ancora poco propensi a fare proprio l’obiettivo di un continente europeo a emissioni zero entro trent’anni: Ungheria, Polonia e Repubblica ceca rimangono contrari. I paesi in questione – non solo loro, ma loro in particolare – devono ricostruire un’economica ‘fossil free’, ripensata e svincolata dalla dipendenza dalle fossili. E non sarà facile farlo.
La sensazione – spiega l’eurodeputato Bas Eickhout riassumendo la posizione del Verdi – è che anche questa volta ci sarà da parte del Consiglio il tentativo di ritardare la decisione. In effetti, l’eurodeputato cita la bozza delle conclusioni del summit dei capi di stato e governo in cui si parla della necessità di “una valutazione d’impatto approfondita” sulla questione: valutare approfonditamente significa, per Eickhout, finire per ritardare nuovamente la decisione sulla neutralità climatica del continente.
È proprio la “scarsa ambizione” registrata che ha spinto il gruppo dei Verdi ad astenersi dal voto sul collegio della Commissione: l’impegno contro il cambiamento climatico, dicono, deve essere serio ma soprattutto sistemico, comprensivo delle necessarie negoziazioni sul budget, degli accordi sul commercio internazionale e la politica agricola comune. Il sostegno del gruppo a von der Leyen nei prossimi cinque anni sarà accordato sulle singole proposte politiche della presidente, valutandone di volta in volta il grado di “ambizione”.