Bruxelles – Il Fondo salva Stati non serve. E’ un organismo di cui non si capisce l’utilità, al quale “abbiamo sempre detto di no”. La linea della Lega “non cambia”, su questo tema come sul resto. E’ il segretario federale del partito, Matteo Salvini, a tornare sulla questione dell’ESM e ribadire che “qualcuno ha tradito”. Perché, ricorda nel corso della conferenza stampa tenuta al termine dell’incontro della delegazione del Carroccio a Bruxelles, quando la Lega era al governo e in Consiglio UE si discuteva di riforma del fondo salva-Stati, “noi siamo sempre intervenuti e abbiamo sempre detto sempre di ‘no’ a questa trattativa e per chiudere questa trattativa, in momenti ufficiali e privati”.
Per Salvini “quello che fa fede è l’atto parlamentare id indirizzo di governo Lega-5Stelle a non firmare” alcun accordo. Il leader della Lega dunque si difende. Gli viene contestato di sapere cosa si discuteva a Bruxelles ai tempi recenti del governo giallo-verde. Il diretto interessato adesso respinge le accuse di scarsa attenzione e contrattacca. “O ha mentito Conte, o Gualtieri, o è l’Eurogruppo, o qualcuno a Bruxelles o a Roma”. Quindi spiega che per la Lega il problema non si è mai posto. “L’ESM non è da emendare, è da bloccare. Punto”.
Tocca quindi a Marco Zanni, presidente del gruppo Identità e democrazia di cui la Lega fa parte, entrare nel merito delle ragioni del ‘no’ al fondo salva-Stati. “Per noi c’è una Banca centrale, la BCE, che potrebbe operare come strumento di backstop”, le misure di salvaguardia in caso di crisi. L’eurotower, continua Zanni, potrebbe essere usato sempre più come “istituto che interviene in caso di crisi”, come organismo quindi alternativo all’ESM. “La crisi del debito sovrano è stata risolta perché Draghi ha detto ‘whatever it takes’”, ricorda l’europarlamentare del Carroccio. A proposito: semmai Draghi dovesse essere candidato per il Quirinale la Lega non avrebbe problemi a sostenerlo, fa sapere Salvini.
Il leader della Lega invece ricorda le priorità per la Lega per la nuova legislatura europea. Bilancio, immigrazione e commercio sono i punti al centro dell’agenda. Sul primo punto si vogliono evitare tagli all’agricoltura e alla pesca, accanto a misure contro la concorrenza sleale. Cita il caso della diversa contrattualizzazione dei camionisti, che penalizza gli italiani, e promette battaglia in tal senso.
Quanto all’immigrazione, “dovremo marcare a uomo sia la Commissione sia il governo, perché non ci siano trattative al ribasso verso un’immigrazione di massa”. Per quanto concerne il commercio, si punta a bloccare l’accordo di libero scambio UE-Mercosur, “che danneggia la nostra agricoltura e nostra economia”. Infine il Green Deal al centro dell’agenda della nuova Commissione. “Sì, se non si aiuta qualcuno a discapito di altri”.