Bruxelles – La crisi dei partiti tradizionali è un fenomeno che accomuna molti paesi europei, la Germania ne è un esempio lampante. Oggi, la nomina dei due nuovi volti a capo del Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD), Saskia Esken e Norbert Walter-Borjans, mette in guardia i conservatori dell’Unione Democratica Cristiana (CDU), che dal 2017 tengono le redini del governo assieme agli alleati socialdemocratci. I due nuovi leader della sinistra chiedono una svolta politica verso riforme prettamente sociali ma soprattutto la fine della grande, tormentata coalizione raggiunta due anni fa con i conservatori di Angela Merkel, ora guidati da Annegret Kramp-Karrenbauer. Esigenze interne che portano con se l’ombra dell’elezioni anticipate o la prospettiva di un governo minoritario capeggiato solo dal CDU.
L’esito della votazione interna al SPD per la guida al partito è stato inaspettato; la coppia composta dal ministro tedesco per le Finanze e vice cancelliere in carica Olaf Scholz e la deputata regionale Klara Geywitz viene amaramente sconfitta lo scorso sabato sera dall’ex ministro per le Finanze della Renania settentrionale e la Westfalia, Borjans, e la meno nota politica locale, Esken. La coppia vincente ha conquistato il consenso degli iscritti al partito con una campagna che ha sempre inneggiato alla separazione dagli alleati del CDU per una politica più a favore della giustizia sociale; il programma dei socialdemocratici prevede, in totale contrapposizione alla linea conservatrice ancorata alla filosofia del bilancio in pareggio, un sostanziale aumento degli investimenti (circa 500 miliardi di euro in totale) per le infrastrutture, la crescita del salario minimo (da 9 a 12 euro) e la transizione economica circolare.
Un risultato che arriva di soppiatto ma colpisce subito con forza. Se il CDU non soddisferà le richieste del SPD il “tracollo della coalizione tedesca sarà imminente”, così il Guardian descrive gli ultimi risvolti politici di Berlino. Secondo il noto quotidiano britannico l’ago della bilancia pende ora dalla parte dei socialdemocratici, che tentano di mettere all’angolo gli alleati del CDU con la strategia del prendere o lasciare.
Prendere o lasciare, è la stessa moneta con cui controbattono i conservatori. “E’ giusto che l’SPD abbia preso una decisione, ma per il CDU è tutto molto chiaro, restiamo sulla base di ciò che si è già negoziato. Per il CDU questa è la base su cui lavorare, e su questa base siamo preparati a governare la Germania”, sono le parole di Karrenbauer, che lascia intendere ai nuovi leader socialdemocratici che si trovano davanti a un bivio e devono decidere: restare ai patti iniziali o uscire dalla coalizione. “Solo perchè un leader di partito è stato cambiato, non c’è ragione per cui venga anche cambiato un accordo di coalizione, specialmente se le richieste sono motivate solo a livello ideologico, e se servano solamente ad attenuare il colpo delle elezioni”, ha commentato il leader dell’Unione Cristiano-Sociale (CSU), Markus Soder, che mostrando il sostegno per il gemellaggio con il CDU aggiunge: “Abbiamo raggiunto il primo tempo, e che razza di team esce dal campo all’intervallo?”.