dall’inviato
Strasburgo – Si mostra determinata. E’ consapevole della nuova forza conquistata, e si dimostra decisa a usarla per fare quello che da lunedì prossimo si renderà necessario. Ursula von der Leyen, dopo la fiducia alla squadra di commissari mette subito le cose in chiaro. Non saranno ammessi indugi. “Tutti hanno contribuito ad una maggioranza stabile su un’agenda di cambiamento”, sottolinea in conferenza stampa.
Pochi mesi fa, in occasione della sua elezione, von der Leyen aveva fatto spallucce a chi le aveva fatto notare una manciata di voti a sostegno. “Una maggioranza è una maggioranza”, disse allora, consapevole che però c’è maggioranza e maggioranza. Quella di cui gode a partire da oggi permettere di avere garanzie per il futuro. Un messaggio agli Stati, ma pure al Parlamento. Non si aspetta ostruzionismi, proprio perché forte di un ampio consenso.
L’agenda del cambiamento cui von der Leyen è quella su cui si aspetta il sostegno, e lo ribadisce. “Sono grata per questa maggioranza, che dimostra che questo Parlamento ha la volontà di affrontare le sfide che ci attendono”.
Una di queste sfide sarà quella dell’immigrazione. Annuncia per la primavera una nuova strategia di gestione dei fenomeni. “La questione dell’immigrazione resterà, non scomparirà, e la riforma del regolamento di Dublino sarà contenuta nel patto per l’immigrazione che sarà presentato all’inizio del secondo trimestre del prossimo anno”. Si assume subito un impegno chiaro e non semplice, chiamando tutti a fare la propria parte.
Jean-Claude Juncker ha voluto una Commissione politica. Lei non usa questa espressione, ma mette in chiaro che l’esecutivo comunitario che entrerà in funzione l’1 dicembre “è indipendente al 100% e lavorerà per un obiettivo comune, che il benessere dell’Unione europea”. Promette dunque di non cedere alle pressioni degli Stati membri.
Ai governi von der Leyen promette battaglia sull’allargamento. Ribadisce la propria posizione favorevole all’inizio di trattative di negoziati con Albania e Macedonia del Nord per il loro ingresso nell’UE. “A questi Paesi è stato chiesto modo, e si meritano l’avvio dei negoziati. Con questi Stati siamo a metà del percorso e non possiamo cambiare i cavalli adesso”. Tradotto: “Non dovremmo esitare a rendere questi Paesi più vicini all’Europa”.
C’è anche la sfida dell’agricoltura. Qualche Paese è scettico, preoccupato, recalcitrante. L’agenda della sostenibilità passa per il settore primario, e von der Leyen lo dice senza mezzi termini. “E’ in prima linea” nelle politiche per un nuovo modello economico. “Gli Stati devono condividere le responsabilità pre assicurare una nuova agricoltura, più sostenibile” e moderna.
C’è tanto da fare, e serviranno determinazione e decisione. Quelle che mostra la presidente della nuova Commissione, convinta che la maggioranza garantita dall’Aula del Parlamento “resterà” tale.
“Quando si inizia bisogna sempre essere ambiziosi, e nel nostro caso la nostra ambizione deve essere riunire un’Europa divisa”, sostiene Paolo Gentiloni, commissario per l’Economia, anch’egli soddisfatto per il responso dell’Aula di Strasburgo. “Partiamo con una Commissione che ha ottenuto più voti di quella precedente, e questo è un fatto positivo, un’ottima partenza”.
Il commissario italiano promette che lavorerà per convincere il collegio ad aprire a maggiore flessibilità, a suo giudizio necessaria per permettere la realizzazione del piano per la sostenibilità (Green deal). “La flessibilità è necessaria, fa parte delle regole, ma non è sufficiente. Credo che una straordinaria priorità dei prossimi cinque anni debba essere quella degli investimenti, e di regole che facilitino gli investimenti soprattutto in campo ambientale”. Vuol dire non conteggiare le spese per la sostenibilità ai fini del calcolo del debito e del deficit. Quelle che sta chiedendo l’Italia.