Strasburgo – La Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen è nata, con 461 voti a favore, 157 contrari e 89 astenuti (una quarantina dì “sì” in più di quelli per la Commissione Juncker) il Parlamento europeo le ha concesso la sua fiducia. Ora basterà un breve passaggio formale al Consiglio europeo e il primo esecutivo europeo guidato da una donna potrà iniziare a lavorare dal primo dicembre.
“La trasformazione è la cosa giusta da fare, non sarà semplice, ma dobbiamo farla”. Dopo aver ringraziato il suo predecessore Jean-Claude Juncker per il lavoro svolto, in un’Aula con numerosi banchi vuoti nel suo discorso davanti ai deputati per presentare la sua squadra von der Leyen è partita da qui, dalla necessità di un profondo lavoro di riforma del sistema dell’Unione, per il quale “dovremo essere coraggiosi, come lo siamo stati per lanciare l’euro, per l’allargamento a paesi che da troppo erano al freddo”.
Davanti ai deputati la neo presidente ha riconosciuto, e rivendicato, che il lavoro fatto insieme ha permesso di “costruire un’equipe europea eccezionale”, che garantirà “un nuovo inizio per l’Europa”. Un po’ come disse anche Juncker nel suo discorso sulla Commissione “dell’ultima chance”. O non era l’ultima, o è stata persa, secondo quanto affermato da von der Leyen.
La tedesca ha sottolineato che nella sua squadra “manca solo una donna per una piena parità di genere”, assicurando che questo obiettivo sarà obbligatorio “in tutti i gabinetti dei commissari” e che sarà perseguito durante l’intero mandato, per arrivare a una parità di genere ” a tutti i livelli”, intendendo evidentemente le posizioni amministrative apicali della Commissione europea.
Adesso, il messaggio è “mettiamoci a lavorare”, e la prima priorità, quella dalla quale in qualche modi discendono tutte le altre e la stessa trasformazione dell’Europa, è quella di raggiungere “un ruolo guida nella protezione del clima: è esistenziale”, ha ammonito von der Leyen. “Il Green Deal è la nostra strategia per la crescita, che creerà lavoro. Le aziende faranno innovazione e creeranno nuovi mercati, fisseremo i nuovi standard, saremo leader“, assicura.
“Se esiste un’area in cui il mondo ha bisogno della nostra leadership, è nella protezione del nostro clima. Questo è un problema esistenziale per l’Europa – e per il mondo. Come può non essere esistenziale quando l’85% delle persone in estrema povertà vive nei 20 paesi più
vulnerabile ai cambiamenti climatici? Come può non essere esistenziale – ha insistito von der Leyen – quando vediamo Venezia sott’acqua, le foreste del Portogallo in fiamme o
i raccolti della Lituania dimezzati a causa della siccità?”
Il secondo punto è poi la digitalizzazione, per la quale l’Unione dovrà “intervenire dove il mercato non lo può fare, dovremo arrivare a padroneggiare le tecnologie chiave, i super computer dobbiamo essere in grado di costruirli noi”, pretende la neo presidente.
Prima di iniziare poi a presentare i suoi commissari uno per uno, valorizzandone le capacità von der Leyen ha assicurato che “noi mettiamo le persone al centro, non il mercato. Lavoreremo come team nell’interesse generale, in cooperazione con Parlamento e Consiglio”.
Leggendo i risultati delle precedenti votazioni di investitura della Commissione, la più votata negli ultimi 25 anni fu quella guidata da Romano Prodi.
• | 22/10/2014 Jean-Claude Juncker 423 voti favorevoli – 209 contrari – 67 astensioni (numero totale dei deputati – 751) |
• | 09/02/2010 José Manuel Barroso 488-137-72 (numero totale dei deputati – 736) |
• | 18/11/2004 José Manuel Barroso 478-84-98 (numero totale dei deputati – 732) |
• | 15/09/1999 Romano Prodi 510-51-28 (numero totale dei deputati – 626) |
• | 18/01/1995 Jacques Santer 417-104-59 (numero totale dei deputati – 626) |