Bruxelles – Bucarest è sempre più in linea con il binario europeo. Termina presto questa mattina il conteggio dei voti del secondo round delle elezioni presidenziali in Romania, l’europeista Klaus Iohannis trionfa. Non è un volto nuovo per il paese, Iohannis si aggiudica difatti un altro mandato di cinque anni che segue la vittoria del 2014. E’ invece una sconfitta schiacciante per la leader del Partito Socialista Romeno, Viorica Dancila, che conquista poco più della metà del consenso del suo rivale.
Una corsa a due che è durata almeno fino al primo round delle elezioni presidenziali avvenute lo scorso 10 novembre. In questa occasione, la leader socialista tentava di rincorrere, con circa il 23% dei consensi, Iohannis, che già si preparava alla fuga avendo ottenuto quasi il 38% del supporto popolare. Con il secondo round, le preferenze per l’europeista si sono quasi raddoppiate; con circa il 55% dell’affluenza alle urne, i cittadini romeni hanno conferito a Iohannis più del 65% dei voti, lasciando Dancila ancorata al 34% dei consensi. Nemmeno nel giro di due anni si sgretola il potere acquisito da Dancila, che da fine gennaio 2018 a inizio novembre 2019 era stata primo ministro della Romania, portando avanti un programma politico aspramente criticato sia dall’Europa che dall’opposizione interna.
“Il vincitore di oggi è una Romania moderna, una Romania europea, una Romania normale”, sono le parole del presidente entrante in seguito all’esito dei risultati elettorali. Per Iohannis è stato fondamentale ricevere il supporto del primo ministro romeno Ludovic Orban, che ha ottenuto tre settimana fa il voto parlamentare di fiducia (con solo 7 voti in più rispetto alla soglia necessaria). A differenza di Dancila, Iohannis ha sempre avuto il supporto di Bruxelles, che spinge l’eletto presidente verso politiche che favoriscano l’anti-corruzione, che limitino l’indipendenza decisionale dei giudici e rafforzino le norme giudiziarie del paese; ritenute dall’UE la vera piaga economica e sociale del paese.
Si tratta di un esito elettorale che può di donare lungo respiro e stabilità ai cittadini romeni, oramai più che abituati a recarsi alle urne; a partire da ottobre 2014, ci sono state 11 elezioni in Romania (tra presidenziali e governative), una cifra nettamente più alta rispetto alla media UE (di circa 3 elezioni per paese membro dal 2014). Una stabilità che la Romania, nonostante le numerose difficoltà, trova anche in Europa con la conferma della commissaria europea per i Trasporti, Adina Valean, arrivata in seguito alla bocciatura della precedente candidata, Rovana Plumb, e alla crisi di governo dello scorso 10 ottobre .
Soddisfatto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, che ha inviato una lettera a Iohannis. “A nome del Consiglio europeo, desidero esprimere le mie più sentite congratulazioni per la tua rielezione. Nel nostro lavoro congiunto degli ultimi cinque anni – scrive il polacco -, ho apprezzato il tuo costante impegno nei confronti dei valori europei e una prospera Romania in un’Unione europea unita. Sono particolarmente lieto che la Romania continuerà a beneficiare della sua leadership affidabile e responsabile. Mult success!”.