dall’inviata
Strasburgo – Il processo democratico si è completato, e non senza sorprese. Adesso l’Aula è chiamata a votare la fiducia all’intero collegio dei commissari e la presidente eletta, Ursula von der Leyen, si attende un sostegno politico indiscutibile. “Sono fiduciosa di ottenere un’ampia maggioranza, perché il Parlamento ha scrutinato tutti i commissari”, dice al suo arrivo a Strasburgo, in occasione dell’incontro con il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli.
Un messaggio chiaro all’Eurocamera, che ha “dimostrato come funziona la democrazia” respingendo ben tre commissari designati. Non poco. Un’attività di giudizio che ha significato il ritardo nell’avvio della legislatura comunitaria. Per questo adesso von der Leyen, pazientemente in attesa e inevitabilmente in balia degli eventi, ritiene di aver già pagato pegno e di non volersi tirare più tiri di nessuna natura.
Mercoledì si vota la fiducia al collegio, a maggioranza semplice. Il via libera appare scontato, ma von der Leyen vuole un mandato politico chiaro.
“Tutto è pronto”, scandisce la tedesca. “Abbiamo utilizzato il posticipo di quattro settimane per lavorare sodo”. Adesso “siamo pronti a cominciare, l’Europa è pronta a cominciare, e e questo è il messaggio più importante da mandare”. Vero. Perché finché si resta con la Commissione uscente in carica solo per gli affari correnti l’attività di iniziativa legislativa è ferma. Non si possono proporre nuovi progetti di legge, e l’agenda politica europea non può essere tradotta in pratica.
Proprio di agenda politica parla anche Sassoli. E’ una delle due aree di lavoro di questa legislatura, dice prima di ricevere von der Leyen. “E’ prioritario lavorare sui due binari: le politiche da una parte e la conferenza della democrazia dall’altra”.