Bruxelles – Danni ambientali, ma non solo. L’accordo UE-Mercosur rischia di ricadere negativamente anche sulle condizioni dei diritti umani in Sud America, in Brasile soprattutto. La denuncia arriva dal Gruppo dei Verdi dell’Europarlamento, che, parlando questa mattina alla stampa, ha annunciato la pubblicazione a gennaio di uno report di valutazione dell’impatto ambientale, climatico e umano dell’accordo tra Unione europea il blocco commerciale dell’America meridionale.
L’accordo UE-Mercosur è stato concluso dall’Esecutivo comunitario e dai quattro paesi del blocco commerciale Mercosur (Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay) il 28 giugno 2019 dopo due decenni di negoziati e mira alla riduzione delle tariffe sull’export in entrambi i mercati, tramite liberalizzazione dei dazi. Nei prossimi mesi il testo dell’accordo dovrebbe approdare al Consiglio UE che dovrà approvarlo all’unanimità, per poi passare al vaglio dell’Eurocamera. Ma per completare il processo di ratifica potrebbe volerci ancora molto, dal momento che andrà approvato in ultima lettura anche dal Parlamento nazionale di ciascuno stato membro.
La posizione del Gruppo dei Verdi è radicale e stigmatizza con forza l’impegno commerciale assunto dalla Commissione uscente ormai cinque mesi fa: “Continueremo a opporci all’accordo” rivendica il deputato Yannick Jadot, sollecitando il governo dell’Unione “anziché ad andare avanti nella ratifica dell’accordo, a fare pressione sui paesi del blocco Mercosur, Brasile in particolare, per il rispetto dei diritti umani, dello sviluppo sostenibile e per mitigare l’impatto del cambiamento climatico” .
Tante le critiche mosse dai Verdi – che saranno poi raccolte nel report di prossima pubblicazione – secondo cui l’accordo contribuisce a raggiungere livelli più intensi di deforestazione, globale, aggravando le conseguenze del cambiamento climatico immettendo nell’atmosfera livelli più elevati di emissioni di anidride carbonica. Questo perché gli scambi commerciali tra prodotti e materie prime renderà l’export tra i due blocchi di paesi più dinamico. Dai produttori sudamericani arriveranno con più facilità sui mercati europei soprattutto carni di origine bovina, pollame, soia ed etanolo derivato dalla canna da zucchero. E le preoccupazioni del Gruppo dell’europarlamento vertono specialmente sulle diverse tipologie di pesticidi utilizzati nei quattro paesi del blocco del Mercosur, di cui molti sono vietati invece in Europa.
Ma non è solo l’ambiente a preoccupare gli eurodeputati. Si teme anche un ulteriore deterioramento dei diritti umani delle comunità indigene: in sostanza, il partito dei Verdi denuncia l’assenza di chiare clausole vincolanti – o eventuali sanzioni – per i paesi coinvolti nell’accordo che riguardino l’aumento sconsiderato della deforestazione per la produzione di materie prime da esportare (soia, caffè, cacao e soprattutto carne) e più in generale i costi ambientali e umani delle politiche commerciali perseguite anche dall’UE. Politiche che sembrano discostarsi dalle dichiarazioni pubbliche della Commissione sulla necessità di promuovere sviluppo sostenibile e di condannare con un piano d’azione europea la deforestazione globale.
Secondo le previsioni dell’Esecutivo uscente invece il “patto commerciale consentirà di risparmiare oltre 4 miliardi di euro di dazi all’anno: i paesi del Mercosur hanno deciso di aprirsi al commercio con l’UE e questa è ovviamente un’ottima notizia per le aziende, i lavoratori e l’economia su entrambe le sponde dell’Atlantico. Per questo si tratta del più grande accordo commerciale mai concluso dall’UE”.
Da più parti in Europa crescono le reticenze alla ratifica dell’accordo. Si oppongono agricoltori europei ma anche diversi eurodeputati non solo appartenenti al gruppo dei Verdi: si riscontrano già “diverse resistenze da parte di deputati Socialdemocratici, Liberali, ma anche da parte dei Conservatori che intendono tutelare gli agricoltori” fa sapere la deputata green Anna Cavazzini, spiegando ancora che “l’opposizione all’accordo è per motivazioni diverse, ma è pur sempre condivisa l’intenzione a voler boicottare l’accordo”. Un accordo la cui ratifica potrebbe essere resa ancora più controversa e difficile da raggiungere dalle politiche perseguite dal presidente brasiliano e dalle condizioni attuali dell’area amazzonica: sarà difficile per il nuovo Parlamento dire sì a Bolsonaro.