Bruxelles – Ultima tappa, fine dei giri del Mondo da presidente del Consiglio europeo. Donald Tusk (che si appresta a diventare proprio a Zagabria questa settimana, presidente del Partito popolare europeo) termina in Croazia i suoi viaggi all’estero nell’attuale veste e “non per caso”, dice lui stesso. In particolare affida al prossimi presidenti di turno dell’Unione, per il prossimo semestre, l’incarico di tenere duro sull’apertura dei negoziati di adesione per Macedonia del Nord e Albania, ora bloccati dal veto francese. E mette in guardia su altri due fronti complessi: la definizione del prossimo Quadro finanziario pluriennale dell’Unione e la gestione dalla Brexit.
“E’ sempre un piacere per me visitare la Croazia, non solo per motivi ufficiali, ma anche a titolo personale. Ho sempre pensato – ha detto Tusk nel suo discorso ufficiale – che dall’adesione della Croazia l’Unione europea è diventata più bella e culturalmente arricchita. A tale proposito, sono particolarmente lieto che il prossimo anno la mia città preferita di Fiume sarà una capitale europea della cultura”.
“Lascio l’UE in buone mani- ha detto poi il presidente del Consiglio europeo -. Ma il vostro compito non è facile. La Brexit potrebbe avvenire all’inizio del prossimo anno, nel qual caso sarai (qui si rivolge al premier Andrej Plenković, ndr) incaricato di avviare i negoziati sulle future relazioni con il Regno Unito. Per quanto riguarda il QFP, una volta raggiunto un accordo, voi, in qualità di Presidenza, sarete responsabili dei negoziati sulla legislazione con il Parlamento europeo. Sarà un periodo critico per l’UE e faremo affidamento sulla tua leadership costante”.
Per i Balcani “avrai anche un’agenda stimolante in termini di allargamento nei Balcani occidentali. La mancanza di una decisione di aprire negoziati con l’Albania e la Macedonia del Nord al vertice di ottobre – ha rimarcato Tusk – è stata una grande delusione per me. Tuttavia, non smetterò di essere un ottimista. Sono profondamente convinto che farai tutto il possibile per ripristinare l’unità dell’UE sull’allargamento, dimostrando al contempo un impegno positivo dell’UE nella regione. Terrò le dita incrociate per il successo del vertice di Zagabria”.