Bruxelles – L’espansione capillare in corso di Amazon Made in Italy, la piattaforma digitale del colosso elettronico americano che opera sul territorio italiano e promuove il commercio estero delle Piccole e Medie Imprese (PMI), arriva dove lo Stato, con le sue infrastrutture e la sua attività dell’export, è meno presente. E’ lo spunto di riflessione emerso ieri al Palazzo delle Accademie di Bruxelles, teatro dell’evento organizzato dalla Amazon Accademy su come aiutare gli imprenditori italiani a rendere più internazionale il proprio business. In seguito alla conferenza e a numerosi interventi, Amazon Italia apre i cancelli a una vera e propria fiera del Made in Italy; spumante, salumi emiliani e artigianato sartoriale uniscono eurodeputati e imprenditori.
Internazionalizzazione, è ciò di cui le Piccole e Medie Imprese (PMI) italiane hanno bisogno per competere con i mercati emergenti puntando sul vero valore aggiunto, le esportazioni. Un obiettivo che numerose aziende dello Stivale hanno già raggiunto grazie alla vetrina Amazon Made in Italy, che permette ai venditori di interfacciarsi con il mercato europeo e globale.
“Fin dal giorno in cui abbiamo lanciato Amazon in Italia, abbiamo investito nell’imprenditoria italiana. Abbiamo costruito una serie di strumenti di supporto e di servizi che aiutassero le piccole e medie imprese italiane ad avviare la propria attività online ed a vendere facilmente nel mondo attraverso i 18 siti di Amazon, in 12 lingue, per raggiungere milioni di potenziali nuovi clienti. L’e-commerce continua ad essere una grande opportunità per le piccole e medie imprese italiane per digitalizzarsi, per vendere all’estero tanto facilmente quanto nel proprio Paese e per creare nuovi posti di lavoro a sostegno della propria attività”, sono le parole di Mariangela Marseglia, vice presidente e country-manager per Amazon Italia e Spagna, che per incitare e promuovere l’internazionalizzazione delle imprese, premette: “Parlerò in inglese”.
Marseglia procede con le slides, e i numeri stupiscono. Amazon lanciò la piattaforma Made in Italy nel 2015, oggi la vetrina digitale coinvolge oltre 750 PMI italiane da ogni regione con un totale di 94mila prodotti disponibili, suddivisi in 20 categorie (che spaziano dall’alimentare al vestiario, o dall’elettronica al giardinaggio). Il 75% di queste aziende vendono già all’estero e oltre il 45% dei loro prodotti vengono comprati dai clienti Amazon principalmente in Francia, Germania, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti. L’Italia fa parte di una cornice ben più ampia. Oltre la metà di tutti i prodotti venduti sui siti Amazon nel mondo provengono da milioni di PMI. I venditori italiani sono oltre 12mila, nel 2018 hanno potuto vantarsi di aver raggiunto oltre 500 milioni di euro di vendite all’estero, con una crescita annuale costante di più del 50%. Non finisce qui, più del 70% di tutte le imprese italiane presenti su Amazon vendono all’estero, un successo che porta con sé oltre 10mila posti di lavoro nel Belpaese.
Internazionalizzazione! Si può gridare, ma ancora a bassa voce. In italia, le vendite on-line che rientrano nell’e-commerce sono ancora ancorate al 7% rispetto al totale delle vendite on-line al dettaglio. Escludendo i numeri esorbitanti di Cina (con il 21% delle vendite e-commerce rispetto al totale delle vendite on-line) e Stati Uniti (18%), la percentuale italiana si trova ancora sostanzialmente al di sotto della media dei paesi UE (11%). Marseglia rassicura però la platea, L’Italia ha tutti i numeri per colmare il gap europeo, ciò significherebbe beneficiare di un mercato potenziale di 16 miliardi di euro.
“L’Internazionalizzazione è una sfida essenziale per il nostro paese che ha una vocazione verso le esportazioni. Bisogna orientarsi nella giusta direzione, che in questo caso non può essere vista in una prospettiva nazionale, ma europea. Se non cambiamo rotta, L’Europa rischia di diventare un centro d’importazione per il digitale e il tecnologico, così andrebbero persi numerosi posti di lavoro”, l’intervento di Fabio Castaldo, vice presidente M5S del Parlamento europeo. Un ultimo spunto di riflessione è offerto da un altro eurodeputato del Movimento 5 Stelle, Marco Zullo, che analizza l’espansione di Amazon sotto un’altra luce: “Amazon sta diventando l’intermediario delle piccole e medie imprese del paese, soprattutto per quanto riguarda le esportazioni. Questo ci deve far riflettere perché se da una parte vi è una azione lodevole di supporto alle aziende, dall’altra emergono delle carenze nazionali su cui dobbiamo lavorare con forza”.