Bruxelles – Da oggi sarà più facile per le imprese in Europa stabilirsi nel mercato unico: il Consiglio dell’UE, in accordo con l’Europarlamento, ha adottato oggi una direttiva che elimina gli ostacoli alla “libertà di stabilimento” delle imprese e ne semplifica i procedimenti di conversione, fusione e scissione tranfrontaliera. La direttiva è stata adottata nell’ambito del “Consiglio Agricoltura e pesca” in corso oggi a Bruxelles.
Secondo il Consiglio, i principali beneficiari della nuova direttiva saranno le piccole e medie imprese che – stando ai dati in possesso della Commissione – rappresentano il 98-99 per cento di tutte le società a responsabilità limitata (in sigla “S.r.l”) che si trovano sul territorio comunitario (i dati dell’Esecutivo UE parlano di circa 24 milioni di società, di cui circa l’80 per cento sono società a responsabilità limitata).
“Queste nuove norme consentono alle società dell’UE di trarre il meglio dal mercato unico in modo da rimanere competitive a livello globale” sostiene Anna-Maja Henriksson, ministra finlandese della Giustizia. “Allo stesso tempo – aggiunge – la direttiva prevede adeguate garanzie che scoraggiano gli abusi e proteggono gli interessi legittimi dei lavoratori, degli azionisti di minoranza e dei creditori”.
Il provvedimento – spiega una nota del Consiglio – introduce procedure complete per le conversioni e le scissioni transfrontaliere, prevedendo inoltre norme aggiuntive sulle fusioni di società a responsabilità limitata che sono stabilite in uno dei paesi membri dell’Unione europea. Conversioni, scissioni e fusioni transfrontaliere potranno inoltre beneficiare di una serie di ulteriori semplificazioni, tra cui la possibilità di accelerare la procedura tramite rinuncia a presentare le relazioni per i soci e i lavoratori, ma solo nel caso in cui – avverte il Consiglio – gli azionisti siano d’accordo o la società o una delle sue controllate non abbiano dipendenti.
La direttiva introduce inoltre una procedura di controllo obbligatoria “antiabusi” per consentire alle “autorità nazionali di bloccare un’operazione transfrontaliera quando è condotta a fini scorretti o fraudolenti”, mirando dunque all’evasione o all’elusione del diritto nazionale o dell’UE “o a fini criminali”. La normativa incoraggia, infine, l’uso di strumenti digitali in tutta l’operazione transfrontaliera. Gli Stati membri hanno 36 mesi di tempo per adottare nel diritto interno norme che recepiscano la direttiva comunitaria.