Bruxelles – L’Europarlamento ha dato il via libera al commissario designato ungherese all’Allargamento e al Vicinato, Oliver Varhelyi, promosso oggi dopo un secondo esame da parte della Commissione affari esteri (AFET). Si dice onorato il commissario indicato da Budapest di entrare a far parte dell’Esecutivo von der Leyen “per un’Europa più forte insieme”.
What an honor to become part of team Ursula von der Leyen! For stronger Europe together! https://t.co/q0eVWMO7xs
— Oliver Varhelyi (@OliverVarhelyi) November 18, 2019
“Non sarò vincolato né influenzato da alcuna affermazione o posizione di alcun Primo Ministro di qualsiasi paese o altri rappresentanti di qualsiasi governo” scrive Varhelyi nelle risposte supplementari che gli sono state richieste dalla Commissione AFET, dopo la prima audizione del 14 novembre. Le risposte sono arrivate questa mattina e sono state ritenute sufficienti dagli eurodeputati per promuoverlo senza dover ricorrere a una seconda audizione. “I commissari devono promuovere l’interesse generale dell’Unione europea nel suo insieme assicurare l’applicazione della legge dell’Unione Europea e sono completamente indipendenti da qualsiasi governo o altra istituzione” assicura il candidato ungherese, rispondendo in questi termini alle preoccupazioni di Bruxelles sulla sua vicinanza alle politiche sovraniste del premier ungherese Viktor Orbán
Preoccupazioni che, al termine della prima audizione del 14 novembre, avevano spinto gli eurodeputati a chiedere al candidato commissario ulteriori approfondimenti. In particolare, l’Eurocamera ha chiesto chiarimenti al candidato di Budapest su alcune dichiarazioni rilasciate da Orbán sul fatto che l’Ungheria utilizzerà il portafoglio dell’Allargamento e alle politiche di vicinato per “promuovere gli interessi della Turchia”. Proprio su Ankara, il commissario chiarisce che “la Turchia è un partner importante per l’UE e abbiamo un forte interesse a cooperare efficacemente con il paese”. Ma assicura anche “che questo non mi impedirà di dare messaggi inequivocabili su determinate questioni come la regressione sullo stato di diritto e le libertà fondamentali, le perforazioni illegali nel Mediterraneo o l’incursione militare in Siria”. Il commissario ha chiarito anche che continuerà a dare pieno sostegno alla società civile.
All’Esecutivo comunitario che spera di insediarsi il primo dicembre manca ancora il commissario britannico, che il premier Boris Johnson non intende indicare sino a dopo lo svolgimento delle elezioni politiche, il 12 dicembre. L’intero collegio di commissari designati dovrebbe essere approvato dall’Europarlamento la prossima settimana, durante la plenaria di Strasburgo, ma prima dovrà chiarirsi la questione del se l’Esecutivo von der Leyen potrà insediarsi anche senza la presenza del commissario britannico.