Bruxelles – L’Irlanda unita in cinque anni. A Dublino si coglie l’occasione della Brexit per riprendersi territorio e rivincita contro l’occupante inglese. Mentre si negoziano le condizioni di uscita e si discute delle future relazioni, i nazionalisti irlandesi giocano la loro partita su due tavoli separati. Sinn Fein, il partito repubblicano attivo nelle due Irlande, Eire e Ulster, adesso mostra le carte in tavola.
“Il governo irlandese deve convocare un forum di tutta l’Irlanda per mappare la transizione verso un’Irlanda unita”, ha detto la presidente del partito, Mary Louise McDonald, ai tutti i membri di Sinn Fein riuniti a Derry per la conferenza annuale. Da qui in avanti, ha incalzato, occorre “coinvolgere tutte le persone, pianificare la nostra economia e i nostri servizi pubblici e quindi indire un referendum nei prossimi cinque anni”.
La leader dei repubblicani sa che il momento è quello dei migliori. La proposta di accordo di ritiro siglata tra l’Unione europea e il premier britannico uscente Boris Johnson ha scontentato molti, in Irlanda del Nord. Gli unionisti del DUP, fedeli alla corona britannica, hanno bocciato quello che considerano un testo che sacrifica Belfast. C’è malcontento e preoccupazione. E’ un momento unico, ha sottolineato. La causa irlandese e il partito si trovano sulla “soglia di un nuovo decennio, un decennio di opportunità”.
Nella parte settentrionale dell’isola irlandese, ha sottolineato la leader di Sein Feinn, “molte persone, per la prima volta, stanno considerando il loro futuro in un’Irlanda unita”. La riconquista dell’Ulster è adesso. “Il governo irlandese e tutti coloro che affermano che ora non è il momento di parlare di unità hanno torto”, ha criticato Lou McDonald. “Un referendum sull’unità avverrà, come indicato nell’accordo del Venerdì Santo. Non si tratta di se, ma di quando”.
Non è la prima volta che la questione dell’unità irlandese viene messa sul tavolo. Già questa estate la stessa McDonald aveva evocato l’ipotesi di un referendum sull’annessione del nord al resto dell’isola in caso di Brexit disordinata. La linea sembra cambiata. Il voto ci sarà anche con uscita ordinata.
La voglia di indipendenza rischia di proiettare l’Inghilterra indietro di 500 anni. La scelta di rinunciare all’UE spinge il Regno Unito sempre più verso la disgregazione. La Scozia è pronta a nuovi referendum per l’indipendenza, i territori caraibici d’oltre mare considerano l’eventualità di rivedere i rapporti con Londra una volta abbandonata l’Unione europea e adesso il progetto di riunificazione irlandese riprende piede.