Di Anna Ciancio
Proprio nei giorni in cui il Presidente americano Trump invita l’Italia ad uscire dall’ Unione Europea, il rapporto tra le due sembrerebbe invece essere tornato sereno, grazie all’insediamento del Governo Conte bis, che appare molto più amico di Bruxelles di quanto lo sia stato il Conte uno.
La politica di confronto muscolare con l’Europa da qualche mese sembrerebbe quindi terminata e il Governo ha affermato in diverse occasioni di voler riconfermare il ruolo di protagonista che l’Italia, tra i fondatori dell’odierna Unione, ha avuto in passato, fin dal Manifesto di Ventotene, firmato da tre italiani.
“Oggi c’è un buon rapporto con l’Europa sia per la maggiore credibilità italiana che per una maggiore disponibilità di interlocuzione” ha affermato il sottosegretario di stato al ministero dell’economia Pier Paolo Barretta, tra i relatori presenti il 7 novembre all’evento di presentazione di “Dentro l’Europa. Cambiarla per rafforzarla” il libro di Carmelo Cedrone, ex vicepresidente della commissione economica de CESE (Comitato Economico e sociale Europeo). Peccato che ancora ci sia molto lavoro da fare: per iniziare, una modifica del Patto di stabilità così da fare investimenti che consentano maggiore crescita economica, occupazione e sviluppo sostenibile. L’Italia può trarne vantaggi. “Abbiamo sia il presidente del parlamento che il commissario all’economia entrambi italiani. Questa positività è importante per l’attuazione di un piano di investimenti” ha affermato il sottosegretario Barretta. In secondo luogo è auspicabile un miglioramento del trattato di Dublino: sebbene sia già stata stipulata, dall’attuale ministro dell’interno Luciana Lamorgese, un’intesa- Accordo di Malta- sulla redistribuzione dei migranti, c’è ancora della strada da fare; c’è bisogno di maggiore appoggio e di un allargamento della collaborazione da parte degli altri stati comunitari, con un occhio di riguardo per i rimpatri. Più che mai Bruxelles tende le mani all’Italia, ma per dirla con il senatore Gianni Pittella, anche lui tra i relatori alla presentazione del volume di Cedrone, ”bisogna dimostrare che l’Unione Europea produce fatti come ha fatto nel corso della storia con la pace, il progetto Erasmus, la politica di coesione per le regioni svantaggiate e il mercato interno” e soprattutto far vedere l’importanza che l’ Unione stessa riveste riguardo a questioni, come il terrorismo e le disuguaglianze sociali, che sarebbero ingestibili dai singoli stati membri. “L’Europa è una sovranità perché a spinte sovranazionali non si può rispondere con il sovranismo nazionale ma europeo” ha poi aggiunto.
E i giovani? Secondo Carmelo Cedrone bisogna raccontare ai ragazzi la guerra tra gli europei, poiché essendo nati in un periodo di pace non sono in grado di percepirla. Dando così loro la percezione non di “una Europa matrigna ma al contrario una Europa madre”.