Bruxelles – Ursula von der Leyen non ha accettato il nome arrivato da Bucarest per il commissario ai Trasporti. Una conferma arrivata in via indiretta dal suo capo del servizio dei portavoce, Eric Mamer, per la prima volta in sala stampa nonostante il nuovo esecutivo comunitario non sia entrato in funzione. Ma in questa fase di transizione verso la nuova Commissione europea, è stato deciso di dare modo alla presidente eletta dell’esecutivo comunitario di raccontare come si svolgono i lavori preparatori.
Nei giorni scorso la prima ministra uscente romena, Viorica Dancila, aveva proposto Victor Negrescu, già deputato europeo (2014-2017) e già ministro per gli Affari europei (giugno 2017 – maggio 2018). La Commissione aveva già espresso dubbi sulle modalità di presentazione del candidato, e Mamer oggi conferma che a Bruxelles “attendiamo che la Romania presenti un candidato o una candidata che sia accettato da tutti e che sia in grado di riscuotere il consenso di tutti”.
Di fatto una bocciatura al nome proposto da Dancila giorni fa, che fa fare una brutta figura ai socialdemocratici romeni e che dimostra quanto la Commissione europea sia ostaggio delle questioni interne della Romania, che oggi vota la fiducia al nuovo governo, di centro-destra. Sarà a questo punto il nuovo esecutivo a dover indicare il nome mancante nel team di von der Leyen.
Si attende con una certe impazienza, perché più tardi si compone l’intera squadra di commissari, più si incorre nel rischio di nuovi ritardi. Mancano i nomi di Romania e Regno Unito per poter chiedere il voto all’Aula del Parlamento europeo. Ma sul britannico una soluzione politica si può trovare. Del resto, ricorda il capo dei portavoce della Commissione che verrà, “in Consiglio è stato trovato un accordo per cui il Regno Unito non deve ostacolare i lavori dell’UE per via della Brexit”.
L’impressione è dunque che il vero nodo da sciogliere sia quello romeno, e che un eventuale voto ad una commissione a 27 anziché a 28 sia possibile. Ma serve che la Romania risolva le sue beghe interne. “Abbiamo un finestra per poter avere la Commissione in funzione l’1 dicembre”, dice Mamer. Menzionando la finestre sembra indicare che diventa ogni giorno più difficile evitare un nuovo ritardo al già accumulato ritardo.