di Fabiana Luca
Bruxelles – A poco più di un mese dalle elezioni anticipate in Gran Bretagna, in programma il 12 dicembre, il 25% della comunità imprenditoriale inglese voterebbe il Partito conservatore del premier britannico Boris Johnson, il 22% sarebbe intenzionato a votare il principale partito di opposizione, il Partito laburista guidato da Jeremy Corbyn, mentre i Liberaldemocratici sono stimati al 19% dei consensi della comunità imprenditoriale inglese. Lo evidenziano l’analisi sulle intenzioni di voto di MarketInvoice, la compagnia finanziaria con base a Londra e a Manchester, sulle intenzioni di voto nel Regno Unito in vista delle prossime elezioni anticipate.
La posizione del Partito conservatore appare consolidata dai risultati del sondaggio, se pur con una distanza esigua rispetto al principale partito di opposizione. Da notare, inoltre, che almeno nel mondo delle imprese il Partito della Brexit non faccia poi breccia, risultando il favorito per un intervistato su otto (pari al 12%). Se votassero i soli imprenditori si avrebbe dunque la prospettiva di un Parlamento in stallo, privo di una maggioranza assoluta che renderebbe nuovamente difficile l’approvazione dell’accordo di uscita dei Regno Unito dall’UE. Un timore, sottolinea l’indagine statistica, nutrito dal 65% degli imprenditori intervistati.
Le stime osservano i timori di una parte consistente del mondo imprenditoriale (42% riguardo alle prossime consultazioni politiche. In sostanza, tra le principali motivazioni che hanno guidato la scelta politica sulle intenzioni di voto raccolte dalla compagnia finanziaria di Londra, si registrano la stabilità economica e la necessità di dare una brusca spinta agli investimenti nel Regno Unito.
Maggiore fiducia si percepisce sul fatto che una coalizione di governo possa infine concludere la procedura della Brexit entro il tempo stabilito (lo auspica il 68% degli intervistati), mentre solo un quarto dei rispondenti (23%) teme l’incertezza di lasciare l’Unione europea nell’ottica di un Parlamento senza maggioranze.
Meno ottimista il mondo delle imprese britanniche per quanto riguarda le prospettive di business del prossimo anno: il 46% dei 5mila intervistati teme un inizio lento dal punto di vista economico a partire da gennaio mentre il 50% prevede addirittura una riduzione del reddito nel primo semestre del 2020. E ancora, la maggioranza degli imprenditori (56%) è convinta che l’instabilità politica derivata dal perdurare delle trattative per la Brexit possa danneggiare la reputazione del Regno Unito come ‘piazza affari’.