Bruxelles – Con un finanziamento europeo di quasi 5 milioni di euro (4.727.797) molto presto, sulle nostre teste, potrebbero sfrecceranno aerei silenziosissimi e a bassissimo impatto ambientale. È l’ambizioso obiettivo del progetto internazionale Futprint50 in cui l’Italia svolgerà un ruolo da protagonista grazie all’Università Niccolò Cusano e ai suoi laboratori. Una nota dell’Ateneo spiega che sarà qui che scienziati, ricercatori e dottorandi metteranno a punto nuovi avveniristici sistemi di propulsione per l’aeronautica civile e militare. Motori ibridi che saranno montati prima sui regional jet della Embraer e poi sui velivoli dei colossi Airbus e Boeing. Trasformando radicalmente il modo di volare e riducendo l’inquinamento atmosferico.
Facendo tesoro del “nuovo corso” automobilistico, anche l’aviazione si apre ora a nuovi scenari che portano a una maggiore sostenibilità energetica, ambientale ed economica. Un nuovo impulso da cui ha preso le mosse Futprint50: oltre all’Unicusano, conta al suo interno dieci università europee, alcuni istituti di ricerca specializzati e l’azienda aeronautica Embraer. L’ambizione principale del consorzio è contribuire alla crescita di velivoli a zero emissioni di ossido di carbonio accelerando l’entrata in servizio di aerei ibridi ed elettrici per l’aviazione commerciale. Il tutto entro il 2035.
In quest’ottica, afferma la nota, diviene centrale il lavoro del DroneLab dell’Università Niccolò Cusano che, collaborando a stretto contatto con i colleghi olandesi di Delft, effettuerà test aerodinamici ed aeroacustici in galleria del vento al fine di ridurre il rumore di questi nuovi tipi di motore ibrido.
Ma non è l’unica attività portata avanti dal laboratorio DroneLab di Unicusano.
Nel tempo l’equipe di professori e dottorandi si è specializzata anche nella progettazione e studio di droni, mercato florido e vivace: stando alla recente indagine dell’International Data Corporation, nel prossimo quinquennio il fatturato complessivo delle aziende di settore dovrebbe aumentare del 13,2% annuo.
Le proiezioni vedono i droni sempre più diffusi e la loro domanda è ben lontana dall’esaurirsi. Il loro impiego è duplice e indispensabile, come ci hanno mostrato recenti fatti di cronaca. Sono stati impiegati per la ricerca di persone scomparse, per il soccorso in mare, per il monitoraggio di eruzioni vulcaniche o di incendi, per il supporto nelle operazioni di soccorso post disastri ambientali.
Questi, però, sono solamente alcuni esempi che non tengono conto dell’impiego militare. I sistemi aerei senza equipaggio svolgono un ruolo significativo nei conflitti e continuano ad attrarre un elevato grado di interesse da parte degli eserciti. Nel contesto bellico i droni vengono utilizzati per il trasporto di attrezzature, catturare immagini e video, la sorveglianza e la ricognizione oppure la consegna di armi.