Bruxelles – “La libertà d’espressione, in tutte le sue forme, è l’essenza stessa della democrazia”. Sono le parole dell’alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri, Federica Mogherini, che in vista della Giornata internazionale per porre fine all’impunità dei crimini contro i giornalisti (il 2 novembre) invoca una cooperazione globale per tutelare la libertà d’espressione.
“Mezzi di comunicazione fiorenti, liberi e indipendenti sono indispensabili affinché i governi, le imprese e la società in generale siano chiamati a rendere conto del loro operato”, ha affermato Mogherini, riconoscendo quanto sia difficile raccontare la verità essendo continuamente esposti a minacce, intimidazioni e molestie. Non serve andare in Paesi afflitti dalla guerra per vedere giornalisti perdere la vita: nel 2018 ne sono stati uccisi 94 in incidenti legati al lavoro, segnala la Federazione internazionale del mestiere. Centinaia hanno subito arresti o detenzioni arbitrarie senza essere stati processati da un tribunale e questo perché l’azione di tutela dei governi è ancora debole, se non inesistente, in molti casi. “L’impunità – sottolinea Mogherini – moltiplica l’impatto di questi crimini ed erode le società democratiche, alimentando la paura, la sfiducia e l’ansia”.
Poco più di un anno fa il giornalista saudita Jamal Kashoggi entrava nel consolato dell’Arabia Saudita, a Istanbul, da cui non sarebbe mai uscito. Prima di lui, nel 2017, la maltese Daphne Caruana Galizia moriva in seguito all’esplosione di un’autobomba che era stata inserita nella sua macchina. A ritrovarla fu il figlio Matthew, che riuscì a sentire il boato dalla loro casa. Accadeva a Malta, nel cuore dell’Europa, a dimostrazione che nessuna regione del mondo è immune da crimini contro la libera informazione. Per questo l’appello dell’alta rappresentante “a combattere l’impunità per i reati contro i giornalisti e a garantirne la sicurezza” è vigoroso e globale.
La mobilitazione dell’Unione a sostegno degli operatori dei mezzi di comunicazione si è già rivelata efficace attraverso Human Rights Defenders, una rete finanziata dalla stessa Ue per fornire risposta rapida ai difensori di diritti umani minacciati, compresi i giornalisti. Inoltre, il Centro europeo per la libertà di stampa e dei media (ECPMF) e il suo Osservatorio del pluralismo dei media sono organi fondamentali per misurare le minacce al pluralismo dei mezzi d’informazione nell’Ue e nei Paesi vicini, orientando i processi decisionali dell’Unione. Nel 2019 la Commissione europea ha destinato 2,2 milioni di euro a sostegno di progetti dell’ECPMF per la promozione del giornalismo di qualità e la cooperazione transfrontaliera tra professionisti dei mezzi d’informazione. In molti Paesi viene fornita assistenza, sia in termini finanziari che di consulenza specifica, per promuovere la protezione di giornalisti, blogger e operatori dei mezzi di comunicazione. Un impegno fortemente sentito a livello comunitario, ma che dove essere intensificato, per garantire sicurezza e protezione adeguate a chi ha il coraggio di parlare per tutti noi.