Roma – Nel processo di allargamento dell’UE, l’Italia si prende a cuore le richieste e le speranze dei paesi in attesa. Albania e Macedonia del nord sono partner importanti e il loro ruolo per l’equilibrio dei Balcani occidentali è decisivo e cruciale per fronteggiare il ritorno dei nazionalismi.
Giuseppe Conte a due giorni dalla visita del capo del governo macedone, accoglie a Palazzo Chigi Edi Rama, il primo ministro dell’Albania, terra amica e vicinissima con cui l’Italia intrattiene relazioni strettissime. Da noi vive la comunità albanese più numerosa all’estero, 500 mila persone che studiano lavorano e in molti casi sono imprenditori, titolari di circa 30 mila imprese.
“Un esempio di eccellente integrazione e un grande contributo alla nostra economia – ha detto il premier – una collaborazione che può essere rafforzata ulteriormente. Anche per questo lo stop ai negoziati di adesione all’Unione europea è un errore, “lo ribadisco anche qui e l’Italia continuerà a sostenere l’Albania e sarà in prima fila nella richiesta di ripresa del percorso a ogni scadenza del Consiglio UE”.
Edi Rama ha ringraziato per il sostegno e ha criticato la decisione dell’Europa che “negando ai due Paesi ciò che meritavano, ha dimostrato debolezza e impotenza nel mantenere le promesse. L’Albania non ha altra via che quella dell’integrazione – ha proseguito – e rimaniamo fiduciosi su questa strada grazie ai nostri amici e partner come l’Italia”.
Per rafforzare le relazioni tra i due Paesi, durante l’incontro è stato deciso di istituire una commissione economica bilaterale permanente, “che avrà lo scopo di individuare nuove opportunità di investimento le aziende italiane in Albania e rimuovere ostacoli e contenziosi tra imprese e amministrazioni albanesi. In un rapporto reciproco l’Italia si impegna per un accordo futuro in materia previdenziale per i cittadini albanesi che vivono e lavorano in Italia e contribuiscono alle casse dello Stato. In via di definizione anche un’intesa per il riconoscimento dei titoli di studio in Italia e quindi in Europa, consentendo un ulteriore avanzamento concreto verso l’integrazione in UE della terra delle aquile.