Bruxelles – Arriva a Ferrara un vecchio a cavallo, con una lancia in mano e un carisma che blocca la capacità di discernimento di tutti. In una provincia ricca, un po’ decaduta, annoiata e disincantata San Giorgio un giorno ricompare nella città di cui è patrono e che secoli prima ha salvato dal drago.
Si presenta al sindaco e al vescovo per annunciare loro che il drago è tornato e che lui è lì per sconfiggerlo un’altra volta, in virtù dell’antico patto che lo lega alla città estense.
Le autorità e i cittadini non sanno che pensare, qualcuno crede si tratti di un impostore, altri di un matto qualunque. Tanti che sia l’ennesimo immigrato irregolare. Ma San Giorgio sa farsi riconoscere e i ferraresi decidono di credergli e di aiutarlo. A Ferrara però un drago c’è davvero, ricorda Diego Marani nel suo ultimo libro “Il ritorno di San Giorgio” (La nave di Teseo, 150 pp, 11 euro) che ha preso la forma di un male oscuro che opprime la città. Il terremoto, il fallimento delle banche, la siccità, la febbre del Nilo, un ragazzo ucciso di botte dalla polizia, gli immigrati sempre più numerosi, sono tutti segni evidenti della sua presenza. La città diventa così teatro di una vicenda surreale e al tempo stesso lo specchio dell’Italia intera, in preda ad una crisi di identità e incapace di costruirsi un futuro.
Parlando del drago al Vescovo San Giorgio spiega che “non si uccide mai lo stesso. Nuovi draghi si materializzano che non hanno nulla a che vedere con gli antichi! Crescono dal male e in esso prosperano. Ora sta a voi essere vigilanti […]”.
L’autore presenterà il libro alla Piola Libri di Bruxelles il 4 dicembre alle 18.57 in un dialogo con il corrispondente de La Stampa Marco Bresolin.