Bruxelles – FCA-Peugeot, si lavora alla fusione. La Commissione europea a un certo punto entrerà in gioco, ma per ora resta alla finestra. L’Antitrust comunitario non può entrare nel merito di annunci, ma deve attendere la notifica dell’operazione prima di potersi esprimere. Spetta dunque adesso a Fiat-Chrysler compiere i passi richiesti dal regolamento comunitario in materia di concentrazioni.
La Commissione europea ha potere esclusivo in materia di fusioni. In base alle regole “le concentrazioni di dimensione comunitaria sono notificate alla Commissione prima della loro realizzazione” (art. 4, comma 1). Si tratta di un passaggio obbligatorio, poiché una fusione “non può essere realizzata prima di essere notificata” (art.7, comma 1).
L’obbligo scatta solo ed esclusivamente nei casi di grandi aziende, come il caso di FCA e Peugeot. La fusione risulta di “dimensione comunitaria” quando il fatturato totale realizzato a livello mondiale dall’insieme delle imprese interessate è superiore a 5 miliardi di euro o il fatturato totale realizzato individualmente nel mercato unico da almeno due delle imprese interessate è superiore a 250 milioni di euro (art 1, comma 2).
La notifica preventiva serve per permettere alla Commissione europea di compiere una prima analisi sui potenziali effetti della fusione proposta sul mercato unico. Si deve valutare in particolare che “non si ostacoli in modo significativo una concorrenza effettiva” e che non si creino gruppi dominanti. (art. 2, comma 2). Se la Commissione non ritiene che sussistano questi rischi allora invita le imprese ad andare avanti nella proposta di fusione, fornendo tutti i dettagli. Oppure può o bocciare la richiesta o proporre condizioni (artt. 7 e 8). Nel primo caso pubblica le motivazioni del rigetto, nel secondo caso rende note le misure a cui condizionare il via libera.
Un esempio di fusione soggetta a condizioni è quella tra ArcelorMittal e l’Ilva di Taranto. Lì l’Antitrust comunitario guidato da Margrethe Vestager disse sì a patto che le parti si impegnassero su diversi fronti. Un esempio di proposta di fusione bocciata è quella tra Alstom e Siemens.