Bruxelles – Il supporto internazionale per il Venezuela è forte. La settimana a Bruxelles si apre con la conferenza internazionale per la solidarietà ai milioni di rifugiati venezuelani, che sono stati accolti per lo più dai paesi confinanti. In migliaia fuggono quotidianamente verso Colombia e Brasile. Nonostante L’evento avesse come unico scopo quello di aumentare la consapevolezza globale di una crisi logorante sia a livello umanitario che socioeconomico, i partners coinvolti hanno deciso spontaneamente di versare ulteriori fondi a supporto delle vittime venezuelane e di chi, coraggiosamente, sta offrendo un riparo. 120 milioni di Euro si aggiungono ai fondi Ue (in totale 320 milioni di Euro) destinati agli aiuti umanitari in Venezuela.
La Conferenza, resa possibile dalla coordinazione tra UE, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiato (UNHCR) e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM), ha visto la partecipazione di 120 delegazioni tra rappresentanti delle istituzioni europee, paesi caraibici e latino americani, società civili, no profit, donatori e istituzioni finanziarie internazionali. Due concetti di base sono emersi da ogni intervento. Il primo riguarda l’entusiasmo della comunità internazionale per la risposta regionale alla crisi. I paesi sudamericani confinanti, e non (per esempio in Cile, distante quasi 5mila km da Caracas, vivono circa 400mila venezuelani), al Venezuela hanno dimostrato di prediligere l’integrazione all’emarginazione, mostrando solidarietà per chi abita nello stesso continente. “Ho viaggiato per la regione molte volte quest’anno e sono rimasto impressionato da come i venezuelani stiano affrontando con estrema dignità questa crisi. Allo stesso modo, sono impressionato dalla reazione e il supporto dei paesi vicini, questa è una grande responsabilità” ha detto a fine conferenza Filippo Grandi, commissario dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Il governo colombiano ha riconosciuto la cittadinanza di 24mila bambini venezuelani nati oltre confine, racconta António Vitorino, direttore generale per IOM, citando un altro esempio di solidarietà tra compagni regionali.
In secondo luogo, senza tralasciare l’imminente necessità degli aiuti umanitari, le delegazioni hanno condiviso l’idea che i fondi destinati alla crisi devono avere un scopo lungimirante, veri e propri investimenti che stimolino l’economia di altri settori, quali educazione, ambiente e sanità. “Impegnarsi a risolvere una crisi umanitaria non preclude l’importanza dell’azione politica. I fondi sono un investimento per il futuro della regione, se non ragioniamo in questo modo le conseguenze dell’emergenza affliggeranno non solo il Venezuela, ma l’intero continente. Impiegare le risorse oggi è il migliore investimento che possiamo fare per salvare non solo vite, ma anche soldi. Mobilizzare questi fondi è un interesse di tutta la comunità globale” sono le parole di Federica Mogherini, Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza.
Il prossimo incontro di rilievo a sostegno delle crisi venezuelana si terrà a Bogotà nelle prossime settimane. In questa occasione, l’obiettivo sarà perfezionare le dinamiche del “Processo Quito”, l’iniziativa regionale volta ad armonizzare le politiche domestiche sudamericane di accoglienza e inserimento dei rifugiati nei rispettivi paesi ospitanti.