Bruxelles – C’è un’onda che invade l’Europa e che è straripata negli Stati Uniti, ma anche in Brasile e in Argentina, con un impatto forte sulle società in cui continua a riversarsi. È l’onda dei migranti italiani all’estero.
Sono milioni, prevalentemente giovani, che lasciano il sole del Sud, ma spesso anche l’uggioso cielo lombardo per raggiungere le grandi capitali europee e americane, dove trovano lavoro e, prima o poi, prendono la residenza. Secondo il “Rapporto Italiani nel mondo” della Fondazione Migrantes, giunto alla quattordicesima edizione e presentato oggi a Roma, il primo gennaio 2019 l’AIRE conta circa 5,3 milioni d’italiani che risiedono all’estero: circa l’8,8% degli oltre 60 milioni di cittadini della Penisola. Un’onda umana vera e propria quella che da 13 anni travolge gli uffici dell’Anagrfe italiani residenti all’estero (AIRE): dal 2006 al 2019 gli iscritti sono passati da poco più di 3,1 milioni a quasi 5,3 milioni con un aumento della mobilità italiana di più del 70%.
Ma chi sono questi “fuggiaschi” dallo Stivale? Da dove vengono e dove vanno? Stando all’ultimo Rapporto della Fondazione Migrantes, quasi la metà degli italiani registrati all’AIRE è originaria del Meridione (48,9%), il 35,5% proviene dal Nord e il 15,6% dal Centro. L’Europa è la prima meta d’approdo, con oltre 2,8 milioni di residenti (54,3%), diluiti perlopiù tra Germania (poco più di 764mila), Francia (422mila) e Regno Unito (327mila). Al di fuori dell’Unione europea, nella sola Svizzera 623mila migranti dal Belpaese hanno ottenuto la residenza. Il Vecchio continente è seguito a ruota dal Nuovo, che ospita 2,1 milioni d’italiani (40,2%), di cui 272mila negli Stati Uniti. L’America Centro-Meridionale è la terza area continentale più interessata al fenomeno, con il 32,4% di emigrati dalla Penisola, soprattutto in Argentina (quasi 843mile) e in Brasile (447mila).
Complessivamente, l’AIRE conta 128mila iscritti per espatrio nell’ultimo anno, meno di quelli calcolati nel 2018 (242.353), ma potenzialmente in aumento. L’attrazione per l’oltre confine è prevalentemente giovane: il 40,6% di chi ha lasciato lo Stivale nel 2018 ha tra i 18 e i 34 anni e il 24,3% ne ha meno di 50 (35-49). Sono loro a definire la classifica delle mete prescelte per cominciare una “nuova vita” all’estero: il 71,2% ha raggiunto l’Europa, il 21,5% l’America e il 14,2% l’America Latina. Delle 195 destinazioni selezionate nell’ultimo anno, è il Regno Unito a ottenere lo scettro, con oltre 20mila iscrizioni all’AIRE (11,1% in più dell’anno precedente), seguito da Germania (18.385 connazionali) e dalla Francia (oltre 14mila). Da dove parte chi lascia il tricolore? Nell’ultimo anno il primato degli “abbandoni” continua a detenerlo la Lombardia, seguita da Veneto (oltre 13mila), Sicilia (12.127), Lazio (poco più di 10mila) e Piemonte (9.702).