Bruxelles – A piccoli passi, ma la Commissione von der Leyen prosegue nel suo processo di formazione. Francia e Ungheria hanno presentato i nuovi candidati commissari. La capo portavoce dell’esecutivo comunitario uscente, Mina Andreeva, fa sapere che il colloquio tra la presidente eletta e i due designati per esaminarne l’adeguatezza si terrà lunedì. L’auspicio è che i due personaggi siano adatti ai ruoli.
L’Ungheria ha confermato Olivér Várhelyi, attuale rappresentante permanente presso l’UE. Un tecnico, che ha esperienza in praticamente tutte le questioni comunitarie avendo gestito i lavori in sede di Coreper (il comitato degli ambasciatori), e che dovrebbe garantire il superamento delle audizioni in Parlamento. L’Ungheria aveva chiesto e ottenuto il portafoglio dell’allargamento, e il nome proposto dal primo ministro ungherese Viktor Orban sembra essere quello giusto per conservare il posto.
La Francia ha proposto Thierry Breton, già ministro delle Finanze e dell’Industria dal 2005 al 2007 nel terzo governo Raffarin, sotto la presidenza di Jacques Chirac. Nel suo curriculum anche la presidenza del gruppo Thomson (1997-2002), France Telecom (ottobre 2002-febbraio 2005) e, dal 2009, la guida di Atos, società che si occupa di servizi informatici. E’ stato fatto notare che dati i suoi incarichi Breton potrebbe rischiare di finire sotto torchio per conflitto d’interessi (i francesi del PSE lo hanno già annunciato) ma a quanto pare nel corso della sua attività dirigenziale c’è uno sorta di ‘scudo’, un meccanismo che voleva che i dossier riguardanti le imprese per cui il francese ha lavorato, fossero trattati direttamente dal primo ministro dell’epoca. Insomma, la persona dovrebbe evitare un ‘Goulard2’ e riuscire a mantenere il maxi portafoglio comprendente industria, mercato interno e difesa. Un portafoglio che von der Leyen non intende ridisegnare perché, spiegano a Bruxelles, Goulard è stata bocciata non per ragioni di portafoglio ma per ragioni politiche.
Rimane vuota la casella assegnata alla Romania. Bucarest non ha ancora indicato la persona con cui sostituire Rovana Plumb, non ammessa alle audizioni parlamentari per conflitto d’interessi. “La presidente eletta è in contatto con le autorità romane, e chiede loro di presentare un nome velocemente”, rileva Andreeva.
A questo si aggiunge il nodo politico del commissario britannico. Potrebbe servirne uno, se Londra dovesse trattenersi ancora un po’ nell’UE, come sembra. Ma qui richieste non dovrebbero essere avanzate al governo britannico prima di inizio novembre.