Di Adriano Maggi
È arrivato momento cruciale per Regno Unito e Unione Europea sulla questione della Brexit. Oggi il negoziato a Bruxelles ha portato finalmente a un accordo di recesso, come annunciato dal presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, che tramite Twitter ha definito l’accordo “equo e bilanciato”.
Gli fa eco il premier britannico Boris Johnson, che ha parlato di “accordo grandioso” – che secondo lui il parlamento britannico dovrebbe accettare – “per concludere la Brexit entro sabato”.
L’accordo, difatti, dovrà essere approvato dopodomani nella seduta straordinaria del parlamento del Regno Unito, scongiurando così lo spettro di un nuovo rinvio, salvo “ribaltoni” in aula. Ormai data per certa l’uscita del Regno Unito dall’Ue non è però chiaro il ruolo che questo manterrà in altri ambiti, primo su tutti il Mercato Unico Europeo, non dimenticando i vari progetti comunitari ai quali partecipa (es. Horizon 2020, Erasmus+).
È stata questa una delle domande rivolte lo scorso lunedì all’ambasciatore britannico per l’Italia e San Marino – Jill Morris – durante la prima della serie di #conversazioninternazionali organizzate dall’Istituto Affari Internazionali di Roma.
Rispondendo alle domande sull’argomento, l’ambasciatore ha sintetizzato cosi la posizione britannica al riguardo: “L’integrità del Mercato Unico rappresenta sicuramente un tema importante per i partner europei, per questo punteremo a un nuovo approccio; mantenere lo stesso sistema di regolamenti per beni industriali e alimentari affinché ci sia uniformità con i paesi Ue”.
E difatti il Regno Unito rimarrà nell’orbita del Mercato Unico, dovendo sottostare a un cosiddetto “level playing field”, ovverosia un impegno britannico a non fare concorrenza sleale ai paesi europei (l’oramai tristemente noto dumping).
Svaniscono dunque i timori europei di una possibile adesione britannica al NAFTA (North American Free Trade Agreement; l’area di libero scambio statunitense che comprende anche Messico e Canada), una sorta di spauracchio che aleggiava sull’accordo per la Brexit. Un’eventualità che tuttavia l’ambasciatrice ha chiaramente smentito, rimarcando il rapporto di “proficua partnership” vigente fra Regno Unito e Gli Stati Uniti.
“Continueremo a difendere il libero mercato e a considerarlo il miglior modo per favorire la crescita economica –prosegue Jill Morris – allo stesso tempo, il Regno Unito vuole rimanere all’interno dei progetti Ue”.
La posizione britannica, dunque, si differenzia da quella degli altri paesi membri del Mercato Unico ma non dell’Unione Europea (Islanda, Norvegia, Liechtenstein); ma crea tuttavia un precedente pericoloso, quello di uno Stato membro che lascia il gruppo e si svincola dal processo d’integrazione comunitaria.