Bruxelles – Il flusso dei migranti verso l’Unione europea sta ricominciando a crescere. Questo sembrano indicare gli ultimi dati forniti da Frontex, l’agenzia di guardia costiera e di frontiera dell’UE. Tra agosto e settembre il numero di arrivi irregolare è cresciuto, “principalmente a causa dell’aumento del 14% di arrivi sulle isole greche nel mar Egeo orientale”. In totale a settembre si sono registrati oltre 17.200 arrivi irregolari alle frontiere esterne dell’UE. Il dato principale sembra essere dato da un allentamento dei controlli della Turchia, che dovrebbe controllare il traffico dei richiedenti asilo verso la Grecia come previsto dall’accordo sottoscritto con l’UE.
“Due migranti irregolari su tre registrati alle frontiere esterne dell’UE a settembre sono stati individuati sulla rotta del Mediterraneo orientale”, rileva Frontex. Si tratta della rotta che dovrebbe essere chiusa a seguito dell’intesa tra Bruxelles e Ankara. L’intesa riguarda in particolare i siriani, ma ad aumentare sono soprattutto afghani. Da inizio anno l’aumento degli arrivi irregolari è cresciuto di più di un quinto (+22%) rispetto alle cifre del 2018.
Le persone che dall’Africa giungono irregolarmente in Spagna attraverso la via del Mediterraneo occidentale sono cresciute del 12% rispetto ad agosto, toccando quota 2.400.
La situazione non sembra mettersi bene neppure per l’Italia. Lungo la rotta del Mediterraneo centrale, quella che porta dall’Africa alle coste italiane, il numero di migranti irregolari ha raggiunto quota 2.280 a settembre. A settembre 2018 di un anno fa l’indice era 900. In un anno il numero degli arrivi è quasi triplicato. Su base mensile, invece, il numero dei migranti irregolari tra agosto e settembre è cresciuto del 16%. A cercare di giungere in Italia soprattutto tunisini e sudanesi.
Crescono gli irregolari anche lungo la rotta dei Balcani occidentali: +80% tra settembre 2018 e settembre 2019, per un totale di 7.300 di migranti fermato nei primi nove mesi dell’anno in corso. “C’è ancora molto lavoro da fare e la situazione resta molto fragile”, riconosce Dimitris Avramopoulos, commissario per l’Immigrazione, che torna a puntare il dito contro gli Stati membri che non hanno approvato la proposta di riforma del regolamento di Dublino, il testo che disciplina il sistema comune di asilo. “Sì, sono molto deluso da certi governi. Su questo mi aspettavo maggiore responsabilità”.
Quanto alla Turchia, “per noi il testo rimane in vigore, ma l’immigrazione non è lì per essere usato come strumento da usare per altri negoziati nè per essere usata come arma di ricatto”. Però la situazione è complessa. Ecco perché “sono necessari ulteriori sforzi per completare questo lavoro e rendere la politica migratoria dell’UE davvero a prova di futuro, efficace e capace di resistere alle sfide”.