Roma – Era quasi l’alba quando il Consiglio dei ministri approva il Documento programmatico di bilancio, già trasmesso agli uffici della Commissione europea con la firma del ministro Roberto Gualtieri. Le cifre rappresentano la cornice su cui si innestano le misure della manovra e del decreto fiscale approvati secondo la formula “salvo intese” e dunque in via di definizione. Le risorse più significative, circa 23,2 miliardi di euro, serviranno per coprire la sterilizzazione dell’Iva (totale nel 2020 con rimodulazione negli anni successivi) con il disinnesco delle clausole di salvaguardia previste nei precedenti bilanci a garanzia del deficit.
“E’ stato un lavoro molto impegnativo ma sono soddisfatto” – ha detto il ministro dell’Economia al termine della riunione delle esecutivo. “Con un’eredità difficile siamo riusciti ad approvare una manovra che sterilizza completamente l’Iva e prevede misure importanti per la crescita, l’innovazione e la coesione sociale”.
Dei quasi 31 miliardi complessivi, in particolare la manovra 2020 individua coperture per circa 15 miliardi con una revisione e rimodulazione della spesa pubblica e delle agevolazioni fiscali (2,7 miliardi), di nuove tasse dalle misure per la sostenibilità ambientale, dai giochi, dal contrasto alle frodi e all’evasione (3,2 miliardi). Interventi contenute nel decreto fiscale i cui dettagli devono trovare ancora una mediazione tra le forze politiche che ha visto scendere in campo anche il Presidente Conte, intervenuto nel braccio di ferro tra M5S, renziani e PD: “Senza contrasto serio all’evasione fiscale non si va avanti, Non posso accettare che gli italiani onesti paghino più tasse per colpa di coloro che non le pagano affatto. E fino a quando ci sarò io, questa sarà una priorità assoluta dell’azione di governo”. Tra le misure più dibattute anche “Quota 100”, l’anticipo pensionistico che non verrà toccato nonostante i tentativi di mediazione con le rimodulazioni delle finestre di uscita.
Nel documento inviato a Bruxelles si legge poi che “oltre 4,3 miliardi di euro verranno reperiti da un pacchetto di ulteriori misure fiscali, tra le quali la stretta alle compensazioni e il contrasto agli abusi della flat tax per le partite Iva”. Infine, rispetto alle stime della Nadef, viene confermato il cosiddetto “tesoretto” che per “un significativo miglioramento delle entrate tributarie, per l’anno 2020 si stimano complessivamente maggiori entrate per circa 3 miliardi di euro”.
Gli interventi previsti dalla legge di Bilancio per l’anno 2020 si collocano nell’obiettivo di indebitamento netto del 2,2 per cento. Per quanto riguarda il biennio successivo, il documento prevede un calo del disavanzo pubblico all’1,8 per cento del PIL nel 2021 e all’1,4 per cento nel 2022. Questo significa che per il prossimo anno il margine di deficit chiesto per rispettare le regole di bilancio europee raggiunge lo 0,8 per cento, circa 14 miliardi di nuova flessibilità.
Saranno questi i numeri che finiranno sotto la lente della Commissione che dovrà valutarle insieme alle riforme adottate nel percorso graduale di riduzione del debito pubblico. Dopo il documento programmatico Bruxelles attende per il 20 ottobre la manovra vera e propria con le misure previste per l’anno 2020 e che dovranno essere approvate per la fine dell’anno. Un passaggio che quasi sicuramente sarà gestito dalla Commissione uscente per il ritardato della squadra di Ursula von der Leyen, con tre membri ancora mancanti, bocciati dal Parlamento. La legge di bilancio italiana, così come quella degli altri Paesi finirà nuovamente sulla scrivania di Pierre Moscovici, almeno per un esame preliminare che potrebbe essere poi sottoposta in primavere a un giudizio definitivo.