Bruxelles – Parigi mette i bastoni tra le ruote all’allargamento dell’Unione Europea nei Balcani. Dal Consiglio Affari Generali, svoltosi ieri a Lussemburgo, è emerso che la Francia si è opposta all’apertura del processo di adesione di Albania e Macedonia del Nord all’Unione Europea. Per avviare i negoziati di accesso serve l’unanimità dei 28. La parola passa dunque ai Capi di stato nel Consiglio europeo di domani e venerdì, ma i presupposti per sbloccare la questione al momento sembrano non esserci.
“Credibilità”, è ciò che secondo Amélie de Montchalin, ministro per gli affari europei francese, manca ad entrambi i paesi per entrare a far parte del club a 12 stelle. Parigi ha lamentato che sia Macedonia del nord che Albania manchino di adeguate riforme giudiziarie per combattere il traffico di droga, la corruzione e la criminalità organizzata; piaghe che da anni impediscono il corretto funzionamento di norme e istituzioni. Secondo la Commissione europea, invece, i progressi fatti sono sufficienti e permetto l’avvio del processo di adesione.
L’Unione europea rischia con questa vicenda una grossa perdita di credibilità? Il Consiglio Affari Generali aveva già approvato a giugno i negoziati di allargamento per i Tirana e Skopje, si era inoltre sottolineato come l’adesione dei due paesi balcanici all’Ue potesse rappresentare un incentivo e un punto di svolta per accelerare i piani di riforme nazionali. Adesso il messaggio che rischia di trasparire è che, di punto in bianco, Bruxelles si stia mangiando la parola data; questo macchierebbe anche lo storico accordo di Prespa, che sempre lo scorso giugno siglava il termine dei conflitti politici tra Grecia e Macedonia (con l’accordo sul nome di “Macedonia del Nord”), e soprattutto rappresentava per Skopje il biglietto d’ingresso per l’Ue. Molti paesi membri, compresa la Germania, sostengono che aprire i negoziati d’accesso ai due paesi balcanici sia di fondamentale importanza per le rispettive condizioni geopolitiche.
Non bastavano Brexit, l’invasione turca in Siria, il cambiamento climatico e le decisione per il budget Ue a lungo termine a rendere il programma di questo consiglio intenso; la Francia ha deciso di appesantirne il carico e rendere la vita del nuovo team dell’eletta presidente Ursula von der Leyen ancora più ardua. Parigi è momentaneamente priva di un rappresentante nella nuova Commissione europea, in seguito alla bocciatura della commissaria prescelta, Sylvie Goulard. Che sia per ripicca o meno, i francesi hanno iniziato ha sgomitare già prima dell’inizio del summit Ue, non ci sarà da stupirsi per ulteriori colpi di scena.
Il veto francese arriva in concomitanza con il via libero definitivo del senato italiano all’adesione della Macedonia del Nord all’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO). L’Italia, come la Germania, viaggia in direzione opposta rispetto alla Francia. “Sarebbe miope rinviare l’avvio dei negoziati di Albania e Macedonia del Nord” sono le parole di Giuseppe Conte, presidente del Consiglio oggi in Senato.