Bruxelles- La Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen entrerà in carica con “qualche settimana di ritardo”. A confermare quella che è oramai una convinzione diffusa a Bruxelles è Paolo Gentiloni, commissario designato agli Affari economici, dopo un incontro avuto questa mattina con il presidente dell’esecutivo uscente, Jean-Claude Juncker.
“La mia era una visita di cortesia, per ringraziarlo per il suo lavoro, che si prolungherà per qualche settimana”, ha detto Gentiloni dopo l’incontro, aggiungendo che “per il momento” della manovra italiana continuerà ad occuparsi Pierre Moscovici, commissario agli Affari economici di cui Gentiloni prenderà il posto quando il nuovo esecutivo comunitario entrerà in funzione.
L’ex premier spiega di essere stato da Juncker “per un saluto ad un amico personale e a un grande amico dell’Italia. Penso che Jean-Claude Juncker in questi anni abbia guidato la Commissione con grande ragionevolezza e con attenzione ai problemi europei, e anche dando un contributo alla soluzione di questioni complicate”.
Circa il rinvio dell’entrata in carica della nuova Commissione Gentiloni ha risposto ai giornalisti: “Immagino, ma non è una mia decisione. Se si prolungasse, ho fatto a Juncker anche i migliori auguri, perché saranno settimane anche complicate e importanti su tanti terreni”.
“Per quanto ci riguarda – ha poi aggiunto – noi aspettiamo che si completi il percorso di formazione della Commissione: il Parlamento svolgerà il suo ruolo nelle prossime settimane e io non vedo l’ora di cominciare, per cercare di dare un contributo”.
Che le cose andranno per le lunghe l’ha anche ammesso implicitamente Mina Andreeva, capo del servizio dei portavoce della Commissione europea, poco dopo le dichiarazioni di Gentiloni. Andreeva ha ricordato che i contatti tra la presidente eletta della Commissione, Ursula von der Leyen, e i leader di Ungheria, Romania e Francia “sono in corso”.
Nessuno di questi tre Paesi ha ancora sciolto la riserva sulla persona da candidare, ma “ricordo la richiesta ad ogni Stato membro di indicare più nomi contenuta nella lettera di von der Leyen del 19 luglio, una condizione che è sempre valida”. Sottolineature, quelle di Andreeva, che confermano che i tempi e le scelte non saranno rapidi, anche perché oltre al nome si aggiunge “la valutazione delle competenze per i portafogli”. Tutto dunque sembra indicare un ritardo inevitabile.