Bruxelles – L’Unione europea oggi trova un’intesa: la vendita di armi alla Turchia va fermata immediatamente. E’ quanto hanno convenuto oggi, all’unanimità, i leader dei 28 Paesi riuniti in occasione del Consiglio del’Ue, a Lussemburgo. E’ una decisione politica alla quale tutti hanno detto di volersi adeguare. Da mercoledì inizia il monitoraggio, e si vedrà nei fatti.
Anche il Regno Unito, che negli ultimi giorni sembra sempre più propenso ad accordarsi con Bruxelles per la Brexit, ha approvato la risoluzione, in base alla quale ciascun Stato deciderà autonomamente di applicare l’embargo, senza ricorrere a una preventiva sanzione del Consiglio Ue nei confronti di Ankara, che avrebbe richiesto tempi molto più lunghi. “La nostra condanna all’azione militare turca nel Nord-est della Siria è chiara e unanime”, ha commentato l’Alta rappresentante per gli affari esteri dell’Unione, Federica Mogherini, che è riuscita a tenere dentro anche Londra, operazione non semplice. L’offensiva anti-curda sta facendo sanguinare un’intera regione, rendendo ogni giorno più difficile le operazioni d’assistenza umanitaria. Inoltre, sottolineano i leader dell’Ue, sta minando i progressi compiuti per sconfiggere il Daesh a livello globale. E’ il califfato la più grande minaccia alla sicurezza europea, turca e internazionale e la sua azione devastatrice in Siria va arrestata con ogni sforzo.
Di qui l’appello dei capi di Stato dell’Unione alle Nazioni Unite: si è invocata una riunione ministeriale della Coalizione internazionale per valutare come intensificare l’azione repressiva nei confronti del Daesh. Insieme alla decisione di bloccare le licenze per l’esportazione di armi in Turchia, l’intervento della Coalizione internazionale contribuirebbe ulteriormente a scoraggiare la furia di Ankara.
E mentre prosegue la mobilitazione dell’Ue per tutelare le condizioni dei rifugiati, il Consiglio approva un’altra importante misura restrittiva per il governo turco: “alla luce delle sue continue attività di perforazione illegale nel Mediterraneo orientale – si legge nella risoluzione – il Consiglio conviene che siano istituite limitazioni concrete nei riguardi di persone fisiche e giuridiche responsabili , o coinvolte, nella trivellazione illegale di idrocarburi nel Mediterraneo orientale”.