Bruxelles – Nuovo round, stesso vincitore. Il partito “Diritto e Giustizia” (PiS) di Jaroslaw Kaczynski vince le elezioni parlamentari in Polonia, i conservatori nazionalisti raggiungono la maggioranza assoluta dei seggi con più del 45% dei voti a favore. L’affluenza è stata superiore al 61%, si tratta di dieci punti percentuale in più rispetto alle precedenti elezioni svolte nel 2015 .
In Polonia si è votato ieri, il conteggio dei voti sta per essere ultimato ma i dati confermano la schiacciante vittoria del partito nazionalista di Kaczynski. Il premio di maggioranza conferirebbe al partito vincente 239 dei 460 seggi della camera bassa. Il partito principale dell’opposizione, “Coalizione Civica” (KO), fondata dal presidente del Consiglio Ue Donald Tusk, resta troppo indietro con circa il 26% dei voti e i corrispettivi 131 seggi; sempre secondo i dati disponibili di questa mattina. Ancora più distanti ci sono lo schieramento che raggruppa i partiti di sinistra (12,1%), i conservatori della “Coalizione Polacca” (KP) (8.81%) e il partito della “Confederazione di Destra” (6,71%). Per la prima volta, con tre deputati, entrano nel Parlamento polacco anche i verdi.
Il grande successo ottenuto non è però abbastanza per Kaczynski, il leader lamenta che ci siano ancora troppi cittadini che non hanno votato per il suo partito. “C’è ancora un grosso muro davanti a noi. Abbiamo ricevuto molto, ma meritiamo di più” aggiunge il polacco, che, successivamente, incita il partito come un tifoso con la propria squadra: “Questo è un dovere per noi, un dovere che ci porta a lavorare più duramente, ad avere più idee, convincere i gruppi che non ci supportano. Dobbiamo ancora considerare molti aspetti”. La campagna elettorale di Kaczynski si è fondata sulla difesa dei valori tradizionali, per questo motivo caratterizzata da riferimenti spesso omofobi e da un’attenzione particolare a sostegno delle attività rurali.
Negli ultimi anni il rapporto tra Commissione europea e Polonia non è stato tra i più floridi, nel 2015 il partito di governo aveva intrapreso un programma di riforme interne ritenute, in alcune occasioni, anti-costituzionali da Bruxelles. La nomina di Janusz Wojciechowski come futuro commissario europeo per l’agricoltura ha sostanzialmente contribuito a riappacificare i rapporti tra le istituzioni e il leader di fatto della Polonia.