Bruxelles – Fermare i combattimenti per “evitare una inaccettabile tragedia umanitaria”. E’ il disperato appello che il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha rivolto oggi da Cipro, dove è in visita, alla Turchia.
“L’operazione militare unilaterale della Turchia nel nord della Siria è motivo di grave preoccupazione e deve fermarsi”, ha detto Tusk in una conferenza stampa, ammonendo che “le preoccupazioni di sicurezza della Turchia dovrebbero essere affrontate con mezzi politici e diplomatici: un intervento militare non farà che peggiorare le cose. Invece di creare stabilità, creerà ancora più instabilità nell’intera regione, aggraverà la sofferenza civile, causerà ulteriori spostamenti e minaccerà i progressi compiuti dalla coalizione globale contro il Daesh”.
Tusk ricorda che “le forze curde che hanno fatto parte delle Forze Democratiche Siriane e sono state e sono cruciali nella lotta contro Daesh. Per entrambe le sponde dell’Atlantico, abbandonarle non è solo una cattiva idea, come ha affermato il presidente Trump, ma solleva molte domande, sia di natura strategica che morale”.
Per il presidente del Consiglio europeo dunque “la Turchia deve capire che la nostra principale preoccupazione è che le loro azioni possano portare a un’altra catastrofe umanitaria, il che sarebbe inaccettabile. Né accetteremo mai che i rifugiati siano usati come armi e sfruttati per ricattarci. Questo è il motivo per cui ritengo che le minacce di ieri fatte dal presidente Erdogan siano totalmente fuori posto”.
Tusk ha incontrato il presidente cipriota Nicos Anastasiades, al quale ha voluto mostrare “la nostra piena solidarietà con Cipro di fronte alle continue attività di trivellazione della Turchia nelle acque al largo della costa di Cipro. Il Consiglio europeo ha fermamente condannato queste azioni illegali”.
“Alla luce delle nuove attività di perforazione da parte della Turchia dalla fine della scorsa settimana, riconfermo – ha sottolineato Tusk – che l’UE è unita alle tue spalle. Chiedo alla Turchia di porre fine a queste attività poiché non solo minano i recenti sforzi per riprendere i colloqui di insediamento di Cipro, ma minano anche le relazioni di buon vicinato tra l’UE nel suo insieme e la Turchia”.