Bruxelles – Non c’è più spazio per individualismi, non c’è più tempo da perdere in discussioni: il rilancio economico dell’Italia passa per quello di tutta l’Unione europea, ed è lì che si deve intervenire per rispondere alle crisi, dai dazi al rallentamento della crescita, dalla crisi dell’occupazione, alla necessità di rilanciare le infrastrutture, passando per la minaccia cinese.
E’ esplicito Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, che oggi ha riunito a Bruxelles, simbolicamente, il Comitato di presidenza degli industriali italiani, che incontreranno il ministro per le Politiche europee Enzo Amendola e i parlamentari italiani insieme a numerosi altri imprenditori e CEO di aziende italiane presso la residenza dell’ambasciatrice in Belgio Elena Basile. Per rispondere al freno della crescita “in Europa e in Italia occorre una coerente politica anticiclica fondata sulle dotazioni infrastrutturali usando le risorse già stanziate e anche finanziate, eventualmente con Eurobond, ma lo strumento non è importante”, ha detto Boccia, secondo il quale “la più grande politica anticiclica è una politica di
dotazione infrastrutturale”, per la quale chiede alla nuova Commissione di Ursula von der Leyen, il cui programma è giudicato “condivisibile”, una dotazione “di mille miliardi di euro per una politica europea di infrastrutture, di cui 100 miliardi per l’Italia che si sommerebbero ai 70 già stanziati”.
Ai parlamentari europei italiani Confindustria chiede dunque “di essere a disposizione per l’interesse nazionale e di evitare divisioni in questo contesto”, e li invita anche a collaborare a trovare una rete di “amici dell’Italia”, di rappresentanti di altri Paesi che possano condividere obiettivi e strumenti.
Boccia è poi preoccupato per la questione dei dazi imposti dagli Stati Uniti, e, parlando con i giornalisti, afferma che “questa è una sfida da affrontare a livello europeo, insieme ai grandi esportatori come Francia e Germania. Le risposte dei singoli, per quanto possano sembrare portare del bene nel breve periodo, alla lunga sono molto dannose.