Bruxelles – Le elezioni europee sono ormai alle spalle e urge capire come soddisfare la richiesta popolare di rendere quest’Europa migliore, più presente tra i cittadini. Per il Comitato delle Regioni europee (COR) è necessario investire in ogni città, così che le istituzioni siano presenti nella vita di tutti giorni. La decisione sull’importo del nuovo budget per realizzare gli obiettivi futuri dell’Unione Europea sarà la prova del nove per la leadership entrante.
Il supporto finanziario di ogni paese membro deve essere maggiore. Questa è la priorità numero uno per Karl-Heinz Lambertz, presidente del Comitato Europeo delle Regioni. “Il budget deve sostenere le nostre ambizioni” ha detto il belga, che, assieme ai governi regionali e al Parlamento europeo, esorta ogni stato membro ad alzare l’asticella dei contributi finanziari a 1,3% del Reddito Nazionale Lordo (RNL). Per il momento, l’apporto resta ancorato all’1%, cifra definita “ridicola”. Lambertz ha inoltre aggiunto che rafforzare il budget Ue significa principalmente contribuire al Fondo Europeo di Solidarietà e Politica di Coesione, che tutela l’economia europea e le regioni, in particolare quelle più esposte alle conseguenze finanziarie della Brexit.
È chiaro che tra le ambizioni primarie delle istituzioni ci sia la transizione verso un’economia sostenibile a emissioni zero. La presidente eletta della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha promesso di lavorare su questo, e ha proposto Frans Timmermans commissario per il Patto europeo per la sostenibilità. Eppure, lamenta i 1.115 miliardi di Euro previsti nel budget non basteranno a sorreggere tutte le ambizioni del “Green Deal”. L’Ue non punta esclusivamente a concretizzare un piano di investimento, ma di essere leader e innovatore globale.
“Il nuovo Green Deal deve essere l’erede delle politiche che, nel 1933, furono lanciate da Roosvelt per regolare le attività finanziarie, riformare il sistema della tassazione, creare lavoro” ha sottolineato il presidente del Comitato Europeo per le Regioni, aggiungendo: “Mi auguro che nemmeno un centesimo del budget vada a supporto del fossile”. La diffusione dell’economie circolari non è soltanto un tentativo di dialogo tra istituzioni e cittadini, ma un punto di partenza per una nuova forma di Welfare State europeo.
Il terzo punto è la coesione. Il budget Ue dovrà essere in grado di ridurre le disparità tra le regioni dei paesi membri. Come? Sicuramente non tagliando i fondi per le politiche di coesioni di altri 80 miliardi di Euro, questo siginificherebbe “la fine della coesione come noi la conosciamo”. Inoltre Lambertz avverte che gli sviluppi regionali non possano essere manovrati con un approccio “top-down”, in cui gli strumenti finanziari sono esclusivamente sotto il controllo di fondi privati. La coesione si sviluppa dal basso, “facendo sentire che le istituzioni sono al fianco dei cittadini, senza coesione non c’è Unione”.
“Se vogliamo un Europa più unita alle persone, dobbiamo comunicare e non tagliare i ponti. Un’Europa più forte significa progresso sociale, cooperazione territoriale, più democrazia e investimento. Oggi, L’Europa ha più che mai bisogno delle sue regioni e città” conclude il presidente del Comitato Europeo delle Regioni, quasi scusandosi con i cittadini per le manchevolezze passate.