Bruxelles – L’omertà contribuisce a grosse perdite finanziare all’interno dell’Unione Europea, dovute spesso alla frode fiscale e al riciclaggio di denaro sporco. Oggi si rafforza la voce di chi denuncia gli atti illeciti all’interno del proprio ambiente lavorativo, sia pubblico sia privato. Il Consiglio Ue in accordo con Parlamento e Commissione, ha ufficializzato le nuove norme per la protezione degli informatori, i paesi membri avranno due anni per implementare i nuovi provvedimenti.
Chi è esattamente un informatore? Fondamentalmente è una persona audace, che nel “segnalare le violazioni del diritto unionale che ledono il pubblico interesse, svolge un ruolo decisivo nella denuncia e nella prevenzione di tali violazioni e nella salvaguardia del benessere della società”, riporta il testo della nuova direttiva. Non è difficile da intuire che ci voglia coraggio per segnalare una frode, estorsioni e minacce sono il pane quotidiano per un informatore. Questo è il motivo principale per cui fornire un sistema efficace di protezione è una necessità a livello istituzionale.
La proposta, che fu discussa inizialmente lo scorso marzo, acquista concretezza con un sistema che tutelerà le segnalazioni di attività fraudolente che si verificano in ambito di appalti pubblici, salute pubblica e settore finanziario. Nel dettaglio, Le società con un minimo di 50 dipendenti e i comuni di 10 mila abitanti avranno l’obbligo di creare adeguati canali di segnalazioni. L’informatore, o in gergo “whistle-blower”, potrà denunciare gli atti illeciti facendo inizialmente riferimento ad un canale comunicativo interno all’organizzazione, per poi rivolgersi alle autorità pubbliche. Le nuove norme esigono che le segnalazioni ricevano una risposta entro 3 mesi dal reclamo; i canali esterni potranno tardare fino a 6 mesi nel momento in cui il caso fosse propriamente giustificato. I whistle-blowers sono una categoria eterogenea, che comprende figure professionali che vanno dal funzionario pubblico al tirocinante; si tratta di profili che potenzialmente possono venire a conoscenza di eventuali violazioni in ambito lavorativo. Le norme introducono, senza distinzione, la garanzia che non solo gli informatori, ma anche colleghi e parenti, vengano protetti da ritorsioni o intimidazioni.
Nonostante l’implementazione della nuova direttiva, il sistema tutelare per i whistle-blowers resta frammentato. Solo 10 paesi membri hanno adottato una legislazione definitiva per la protezione dell’informatore, che si focalizza principalmente sull’aspetto finanziario. La mancanza di validi strumenti che incoraggino la denuncia di atti fraudolenti è causa di sostanziali perdite per l’Ue, che annualmente potrebbe beneficiare tra i 5,8 e i 9,6 miliardi di Euro solo nel settore degli appalti pubblici.
“Finalmente anche in Europa si innalzano gli standard garantendo protezione a chi segnala irregolarità e violazioni di legge. Grazie al Movimento 5 Stelle in Italia abbiamo già una legge molto avanzata e da tempo invocavamo una direttiva che proteggesse i whistleblowers anche a
livello europeo”, affermano in una nota le eurodeputate di M5S Laura Ferrara e Sabrina Pignedoli.
“L’Ue è determinata ad assicurare il buon funzionamento di un sistema democratico basato sullo Stato di diritto. Si tratta pertanto di garantire un livello di protezione elevato in tutta l’Unione agli informatori che hanno il coraggio di parlare apertamente. Nessuno dovrebbe rischiare la propria reputazione o il proprio lavoro per denunciare un comportamento illegale” sono le parole di Anna-Maja Henriksson, ministro finlandese per la giustizia.