Bruxelles – Ce li immaginiamo arrivare coi barconi, vittime di guerre, torture, persecuzioni. E non sempre pensiamo che i richiedenti asilo possano essere oggetto di discriminazione per la loro sessualità. Le loro richieste d’asilo sono legittime perché nei rispettivi paesi d’origine, dove i loro diritti non vengono riconosciuti, rischiano grosso: pene detentive ma anche persecuzioni sociali e, in alcuni casi, la morte. In molti paesi infatti, le persone omosessuali e trans vengono ancora perseguitate. Eppure, una volta arrivati sono nuovamente vittime. Vittime di una discriminazione “al contrario”, come si evince dalle interviste realizzate da Alex Powell, dove non essere “abbastanza gay nel gesticolare” vuol dire che stai mentendo. Dove essere stata sposata nel tuo paese d’origine per sfuggire alle persecuzioni significa non poter essere lesbica.
“Un numero allarmante di domande d’asilo provenienti da persone LGBTQ vengono respinte dall’Home Office del Regno Unito, secondo stime recenti”, allerta Powell, dottorando in Legge alla City University of London, citando le cifre riportate dall’autorevole quotidiano britannico The Guardian che parla in merito di “culture of disbelief”, cultura dell’incredulità.
E con la Brexit, la situazione è destinata a peggiorare. Ecco quanto afferma Powell: “È possibile che la situazione venga a peggiorare a causa dell’impatto che avrà la Brexit. In primo luogo, ci si deve rendere conto della situazione giuridica dopo la Brexit. Molti miglioramenti fondamentali al quadro normativo sono passati attraverso l’Ue negli ultimi anni. Per esempio, grazie alla Direttiva Qualifiche, direttiva europea che ha riconosciuto l’orientamento sessuale e l’identità di genere come motivo per ottenere protezione internazionale, questi sono stati pienamente accolti dalla Convenzione sui rifugiati. Sebbene il Regno Unito abbia poche probabilità di revocare provvedimenti già in vigore, non sarà più vincolato a seguire ulteriori decisioni delle istituzioni europee e potrebbe verosimilmente finire per ritrovarsi con una tutela inferiore per tutti i richiedenti asilo rispetto agli stati membri dell’Ue. In secondo luogo, è importante tenere a mente che coloro che decidono per i richiedenti asilo, che siano assistenti sociali dell’Home Office o giudici dell’immigrazione, sono solo persone. Persone ugualmente suscettibili di essere influenzate sul modo che la gente ha di parlare d’immigrazione e di diritto di asilo come qualsiasi altro individuo. Ecco perché, l’impatto potenziale di un sentimento anti-immigrazione che circonda la Brexit non dovrebbe essere sottovalutato”.