di Michele Valente, @Valente_Tweet
Stando ai dati Eurostat, l’implementazione di politiche volte a ridurre l’inquinamento atmosferico ha prodotto, tra il 1990 e il 2017, un dimezzamento della quantità di inquinanti nell’aria, compreso il particolato (PM2.5), tra i più presenti nelle aree urbane e responsabile ogni anno della morte prematura di oltre 420mila persone in Europa, secondo uno studio dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) riferito al 2015. L’inquinamento urbano, ridotto anche grazie al contributo di iniziative locali promosse a livello europeo, spiega il rapporto Air quality in Europe dell’EEA (2018), è stato studiato perlopiù in termini di impatto sulla salute (aumento della mortalità, incremento della spesa sanitaria etc.) e, solo di recente, sulla perdita di produttività economica, con un costo stimato dall’OCSE (2016) in 1.100 euro pro capite all’anno, nel 2015, destinato nelle stime a crescere intorno a 2.500 euro nel 2060.
Inquinamento, impegno congiunto di UE e comunità locali
La stessa Agenzia dell’Ue ha lanciato, nell’aprile 2018, un’iniziativa civica (citizen science) con il network delle agenzie nazionali per la protezione ambientale (EPA) chiamata CleanAir@School, progetto di educazione ambientale che coinvolge studenti, genitori e docenti nel monitoraggio della qualità dell’aria dentro e fuori le scuole europee aderenti, contribuendo in tempo reale alla raccolta dati delle agenzie Ue e ponendosi in linea con gli obiettivi della Commissione europea sulla progressiva responsabilizzazione dei cittadini nelle misurazioni ambientali. Due dispositivi, uno posto all’interno del plesso scolastico – in un cortile o piazzale antistante – e l’altro all’esterno – in un’area circostante la scuola – rileveranno i livelli di biossido di azoto (NO2). Tanto studenti e insegnanti, che adegueranno le loro abitudini in funzione di un ambiente educativo più salubre, quanto genitori e familiari, che terranno d’occhio l’impatto inquinante registrato all’esterno degli edifici scolastici, legato in larga parte al trasporto privato, saranno attivi nella sensibilizzazione della comunità locale e il loro parere sarà rilevato tramite appositi questionari.
Lo sviluppo nazionale di CleanAir@School
L’Italia, che ha aderito al network insieme a Belgio, Estonia, Irlanda, Malta, Olanda, Regno Unito, Spagna e Svezia, beneficia di un’ampia platea di attori pubblici impegnati nelle diverse fasi del progetto, coordinato dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) insieme alle agenzie del SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente). Quest’ultimo ente si occuperà della fase di pianificazione e implementazione, interfacciandosi con l’ANCI (Associazione nazionale comuni italiani) e le scuole, al fine di avviare due campagne di comunicazione e di monitoraggio – uno in tardo autunno, l’altro in primavera – supportando l’installazione dei campionatori diffusivi, le cui cartucce verranno analizzate dagli studenti al termine di ogni periodo di rilevazione. L’obiettivo è raggiungere quanto prima 100 scuole sul territorio nazionale e coinvolgere oltre 12.000 famiglie. “La scuola – spiega l’SNPA nella presentazione di CleanAir@School – ha un ruolo ‘chiave’ nella formazione e sensibilizzazione dei giovani sul tema inerente al rapporto tra ambiente e salute, favorendo comportamenti virtuosi e trasformandoli in ‘cittadini attivi'”.