Bruxelles – Tre su cinque. I commissari designati di Lussemburgo, Finlandia e Cipro non creano problemi alla presidente eletta della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Quelli di Polonia e Svezia danno invece qualche grattacapo alla tedesca. Il secondo giorno di audizioni in Parlamento europeo passa tutt’altro che indenne per l’esecutivo comunitario che cerca di prendere forma. Le performance del polacco Janusz Woiciechowski e della svedese Ilva Johansson non convincono, e a entrambi sono state sottoposte nuove domande a cui rispondere per iscritto. Le risposte dovranno essere convincenti se si vorrà evitare una seconda audizione.
Ylva Johansson è stata criticata per le risposte “deboli” e “vaghe” che ha fornito ai membri della commissione Libertà civili, insoddisfatti in particolare sull’assenza di una strategia per le politiche migratorie, dossier che ricadono tra le competenze della candidata agli Affari interni. Non ha saputo chiarire se vorrà lottare per approvare tutti e sette i pacchetti (ricollocamenti dai Paesi di primo ingresso, schema di redistribuzione comune, lista dei Paesi sicuri, rimpatri, dimensione esterna, fondo per l’Africa, appalti pubblici) oppure no. Morale: rinviata. A quanto pare solo il S&D ha fatto quadrato attorno alla svedese, che avrà 48 di tempo per rispondere alle domande.
Nessun problema invece per Nicolas Schmit, il socialdemocratico lussemburghese candidato al ruolo di commissario per Lavoro e Affari sociali. “Si è dimostrato impegnato e piuttosto competente”, il giudizio dell’europarlamentare di Dennis Radtke, responsabili Affari sociali del PPE. C’è il sostegno anche del gruppo S&D, ma per lui nessuno ha richiesto ulteriori audizioni. Si è conquistato il sostegno dei parlamentari con il suo impegno per un salario minimo che non deve essere europeo, ma nazionale su schemi europei: in altre parole, ogni Stato dovrebbe provvedere a garantire risorse minime, variabili però da Paese a Paese.
Jutta Urpilainen, finlandese, ex ministro delle Finanze, socialdemocratica, ha illustrato le tre priorità del suo mandato: eguaglianza, contrasto alla povertà, rispetto degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Non ha potuto rispondere a tutto, poiché non tutto dipenderà dalla Commissione. Il finanziamento delle politiche di cooperazione dipenderà dalle risorse che metteranno gli Stati nel bilancio, e ha ricordato che senza risorse adeguate pensare di fermare i flussi migratori non è possibile. Ha chiesto dunque al Parlamento una sponda per fare pressione sul Consiglio, e la mossa è risultata utile per conquistare la fiducia dei parlamentari.
“Esibizione egregia” quella dagli scranni del PPE si riconosce alla cipriota Stella Kyriakides, anche lei PPE, candidata alla Salute. Non era un’audizione semplice, la sua. Politiche contro il cancro, pesticidi, glifosato: tutti temi scivolosi, spinosi, delicati. “E’ stata assolutamente convincente e ha dimostrato la sua competenza”, il commento di Peter Liese, responsabile Ambiente del popolari. “Non ho dubbi che Stella Kyriakides sarà un ottimo commissario per la Salute.