Bruxelles – Non vogliono ammetterlo, ma i tedeschi si sono italianizzati. Almeno su caffè la Germania si piega alle usanze del ‘Belpaese’. Lo scorso anno i principali Paesi Ue per importazione e produzione del caffè nel 2018 sono stati proprio Germania e Italia, rileva Eurostat nei dati diffusi in occasione della giornata internazionale del caffè.
Nel complesso l’UE ha importato circa 3,7 milioni di tonnellate tra chicchi e polvere, per un valore di 7,8 miliardi di euro nel 2018. Si tratta di un aumento del 12% nei volumi comprati dai mercati extra-comunitari rispetto a 10 anni fa (2,7 milioni di tonnellate, per 5,3 miliardi di euro). Si acquista principalmente da Brasile (29%, o 901 mila tonnellate) e il Vietnam (25%, 770 mila tonnellate). A trainare la domanda a dodici stelle la Germania, con più di un terzo delle commesse (36%, pari a 1,1 milioni di tonnellate), seguita dalll’Italia con un quinto della domanda europea (19%, 448 mila tonnellate).
Mentre con un valore di 10,5 miliardi di euro, la produzione di caffè europeo è stata di oltre 1,8 milioni di tonnellate nel 2018, di cui l’83% della produzione totale dell’UE è da attribuire solamente a sei Stati membri. Di questi Paesi fa parte anche l’Italia che è ancora una volta in cima a questa speciale classifica, risultando seconda nuovamente alla nazione tedesca. Dunque nel processo di torrefazione del caffè la Germania e l’Italia, sono i Paesi Ue che hanno prodotto la maggiore quantità di chicchi tostati, pari rispettivamente al 31% (551mila tonnellate) e al 23% (414 mila tonnellate) della produzione totale dell’UE, seguite poi da Francia, 8% (139 mila tonnellate), Spagna e Paesi Bassi, 8% ciascuna (138 mila tonnellate) e Svezia, 5% (91 mila tonnellate).