Roma – Nel Parlamento italiano le politiche europee infiammano il dibattito solo quando si parla di deficit e di finanza pubblica, molto meno quando arrivano da Bruxelles le direttive da attuare. Così sono pochi sparuti gruppi di deputati ad assistere e partecipare alla discussione generale della legge di delegazione europea alla terza lettura tra Camera e Senato e che martedì dovrebbe finalmente essere approvata in via definitiva.
Si tratta, purtroppo, ancora del testo 2018, un ritardo notevole (il primo voto risale a novembre dell’anno scorso) e si capisce perché nelle procedure d’infrazione per il mancato adeguamento alle normative comunitarie, l’Italia non è certo tra le più virtuose. Il testo riguarda 26 direttive, delle quali 6 già scadute, altrettante in scadenza entro l’anno, e utili per chiudere almeno 4 procedure in corso in materia ambientale, della salute e di sicurezza a favore dei cittadini. Per recuperare parte dei ritardi, “una tempestiva approvazione è assolutamente necessaria anche per evitare nuovi aggravi alle casse dello Stato” ha detto Laura Agea, sottosegretaria per gli Affari europei.
Al dibattito di Montecitorio sule legge di delegazione europea, è stata legata anche la mozione presentata da un ampio arco di deputati rivolta a onorare la memoria di Antonio Megalizzi il giornalista Europhonica, ucciso durante l’attentato terrorista di Strasburgo l’11 dicembre del 2018. La mozione promuove diverse iniziative per ricordare la figura di Antonio che all’Europa aveva dedicato il suo impegno. Sogni e speranze fuori dalla retorica della generazione Erasmus e dei “ragazzi viva l’Europa”, ha detto Filippo Sensi, deputato del PD, ricordando Megalizzi, che “continuava a leggere, a studiare, a scrivere” e immancabile l’invito ad ascoltare i suoi podcast in rete.