Bruxelles – “Il patriottismo del XXI secolo deve avere una dimensione globale, se non vuole diventare, com’è successo più volte, un comune egoismo nazionale”. Ha esordito così il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, nel suo ultimo intervento da leader dell’UE al Palazzo di Vetro di New York, in occasione della 74esima assemblea generale dell’Onu.
Un discorso che suona più come un monito, etico e non solo politico, a non sottovalutare l’ambiguità di certi sentimenti patriottici, assai rivendicati dai governanti di molti Paesi nel mondo. Un atteggiamento pericoloso, sostiene Tusk, nel quale può annidarsi il sospetto per chi è diverso, se non addirittura il disprezzo. Chiaro il riferimento a Donald Trump, cui il presidente polacco non ha mai risparmiato critiche, a cominciare da quella frase, divenuta celebre, “Con amici come questi, chi ha bisogno di nemici”? Era il 2018, a maggio, quando Trump aveva annunciato di voler tassare i prodotti in acciaio e alluminio importati dall’Unione europea. Dopo poco più di un anno, il dialogo col partner statunitense non sembra essersi disteso: “Com’è facile usare gli slogan della propria sovranità contro la sovranità degli altri” – ha detto Tusk – “le Nazioni Unite, così come l’Unione europea, devono essere un tentativo eroico di superare questa mentalità”.
Come? Puntando al globalismo. Anzi, alla solidarietà, parola di cui il presidente del Consiglio sottolinea il valore: “Personalmente preferisco la parola solidarietà, che non ha a che fare con ideologie ingenue o astratte, ma con sfide concrete e con la possibilità di soluzioni pragmatiche”. Non bisogna dimenticarsi delle proprie origini, continua Tusk, né del legame che ogni cittadino europeo deve avere col suo continente. Ma sono le Nazioni Unite il luogo in cui trovare tali “soluzioni pragmatiche” ai conflitti globali, ponendo regole valide per tutti da rispettare scrupolosamente, così da impedire il proliferare di egoismi e da coinvolgere anche gli Stati più deboli nella salvaguardia nel pianeta. Ecco la “solidarietà” di Donald Tusk, che invita per prima l’Europa a impegnarsi per contrastare le minacce ambientali, climatiche ed economiche del mondo. “L’Europa sta dimostrando di essere leader nell’attuazione dell’Accordo di Parigi sul clima – ha detto Tusk – e speriamo di vincere la gara per diventare il primo continente al mondo a emissioni zero”.
Non c’è solo l’ambiente, però, tra le grandi battaglie del nostro tempo. “Bisogna proteggere la verità nella vita pubblica, nella libertà, nello stato di diritto e nella solidarietà internazionale”, ha chiarito il presidente. “Per proteggere la verità, basterebbe semplicemente smettere di mentire. Oggi troppi politici ricorrono alle bugie per mantenere il loro potere. Per proteggere la verità bisogna difendere la libertà di parola e di stampa e smetterla di flirtare con dittatori e regimi autoritari. Per proteggere lo stato di diritto, bisogna accettare che la legge sia al di sopra del potere, non al suo servizio. Se i leader del mondo non lo capiranno, passeranno alla storia come falsi leader. E giustamente”.