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    Home » Politica » Lega e Brexit Party i partiti al Parlamento europeo con reddito “extra” più alto

    Lega e Brexit Party i partiti al Parlamento europeo con reddito “extra” più alto

    Lo rileva Transparency International. Fonti di finanziamenti esterne spesso poco chiare per il 30% dei nuovi europarlamentari

    Emanuele Bonini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/emanuelebonini" target="_blank">emanuelebonini</a> di Emanuele Bonini emanuelebonini
    26 Settembre 2019
    in Politica
    finanziamento partiti UE

    Bruxelles – Per chi lavorano veramente gli europarlamentari della Lega e del partito per la Brexit? La domanda sorge spontanea dopo l’ultima analisi condotta da Transparency International, l’organizzazione attiva nella denuncia della corruzione. Le due delegazioni risultano quelle più di ogni altra percepiscono compensi extra-parlamentari. Un dato che accende ancora una volta i riflettori su partiti già al centro della cronaca per i contatti e i legami con la Russia, nel caso dei leghisti, e di attività tutte da chiarire, nel caso di Nigel Farage.

    Nel nuovo Parlamento europeo, rileva Transparency International, 521 dei 748 deputati appena eletti (ci sono tre catalani che non sono stati accettati) hanno dichiarato 1.503 attività collaterali, 842 delle quali pagate. Queste attività riguardano meno di un terzo di tutti gli europarlamentari (30%), che insieme mettono insieme tra i 6,3 milioni di euro e i 16,2 milioni di euro in compensi derivanti da secondi lavori. Quali lavori? Non è chiaro.

    “Sfortunatamente, l’attuale sistema consente comunque dichiarazioni che contengono descrizioni di lavori vaghe o generiche”, denuncia l’organizzazione. Ci sono maglie larghe, e in assenza di regole precise e severe si creano spazi per attività sospette. I deputati europei si limitano a dichiarare di avere ruoli di “consulente autonomo”, “avvocato”, così come “partner in unione registrata”. Tutte descrizioni imprecise che rendono “molto più difficile l’esercizio di monitoraggio e prevenzione” di eventuali episodi illeciti in quanto “impediscono al sistema etico del Parlamento stesso, nonché a giornalisti, società civile e cittadini di valutare adeguatamente potenziali conflitti di interessi”.

    Secondo le stime per eccesso, gli europarlamentari della Lega insieme arriverebbero a guadagnare 1.067.952 euro l’anno da queste attività esterne descritte in modo impreciso. Solo il Brexit Party (poco meno di 4,7 milioni di euro) fatturerebbe di più. Prendendo le proiezioni più prudenziali, il minimo che metterebbero insieme gli europarlamentari del Carroccio è di almeno 369.126 euro. In questo scenario la Lega sarebbe terza per compensi extra-parlamentari, dietro Brexit Party (poco più di 2 milioni) e i polacchi di Piattaforma civica (720.060 euro), aderenti al PPE.

    “La mancanza di poteri investigativi e meccanismi sanzionatori credibili porta a un sistema permissivo che rischia di non essere preso sul serio”, denuncia il rapporto. Alla Commissione europea e al Parlamento europeo l’appello di Transparency International è lo stesso: “Rimediare finalmente” a quelle carenze di controlli che non permettono di capire quale sia la vera attività di chi siede in Parlamento.

    Tags: Brexit Partyfinanziamentilegaparlamento europeoTransparency international

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