Bruxelles – Adesso è davvero ufficiale: il Lussemburgo ha concesso a Fiat-Chrysler (FCA) agevolazioni fiscali contrarie alla regole comunitarie sugli aiuti di stato. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell’UE, che respinto il ricorso del gruppo automobilistico contro la causa della Commissione europea, che chiedeva la restituzione delle tasse non pagate. Il granducato di Lussemburgo ha effettivamente riconosciuto a FCA accordi fiscali agevolati (tax ruling) che hanno costituito un aiuto illegale. L’Antitrust comunitario ha calcolato in benefici pari a 20-30 milioni di euro di tasse non pagate tra il 2012 e il 2015 a seguito di questi accordi.
Nella causa sollevata dall’esecutivo comunitario nel 2015, si contesta che le autorità lussemburghesi nel determinare l’imposizione fiscale hanno tenuto conto del capitale ipotetico regolamentare invece che del patrimonio netto. Il primo nel 2011 risultava pari a 28,5 milioni di euro, il secondo invece pari a 287,5 milioni di euro. La base imponibile è stata dunque divisa per dieci. Non solo. In questa operazione Bruxelles contestava al Lussemburgo di aver “sottostimato” l’importo del capitale ipotetico. Quindi la base imponibile è stata divisa per dieci, in difetto. Ora il Granducato dovrà recuperare le tasse non versate.
“La sentenza di oggi fornisce un’importante indicazione sull’applicazione delle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato nel settore fiscale”, il commento del commissario per la Concorrenza, Margrethe Vestager. “Tutte le società, grandi e piccole, dovrebbero pagare la loro giusta quota di imposte. Se gli Stati membri concedono a determinate società multinazionali vantaggi fiscali non disponibili per i loro concorrenti, ciò pregiudica la concorrenza leale nell’UE”.