Roma – Il governo giallo-verde in un anno ha fatto aumentare le procedure di infrazione dell’UE contro l’Italia di oltre venti casi, dopo che per anni, nella scorsa legislatura Roma era riuscita ad avere un calo significativo, praticamente dimezzando le pendenze. Il nuovo governo vuole riprendere l’andamento positivo, e dunque è “preoccupato” per la situazione creatasi, con le procedure che sono passate “da 59 a 81 e vogliamo dare subito un segnale di controtendenza entro dicembre”. L’ha detto il ministro delle Politiche europee Vincenzo Amendola, durante un’audizione a tutto campo sui progetti del suo dipartimento davanti alle commissione riunite di Camera e Senato.
Più in generale, secondo Amendola “non è più tempo di discutere fra europei ma di guardare a scenari internazionali”, ed è dunque necessario “rafforzare la coesione all’interno dell’Ue in un momento oggettivamente complesso per lo scenario globale”, e per questo è necessario che ogni Paese rafforzi la sua credibilità.
“Vogliamo un’Europa inclusiva, attenta all’ambiente e alla coesione sociale”, ha sottolineato Amendola, primo tra i ministri a illustrare il suo programma di lavoro.
I primi passi mossi dal governo italiano in Europa, ha sottolineato il ministro, sono stati all’interno dell’avvio di un processo positivo in un tema di grande rilevo, le migrazioni. “Il primo passaggio e’ positivo – ha detto Amendola riferendosi all’accordo di Malta -. l’Italia intende rilanciare una vera politica migratoria comune” con “soluzioni strutturali per rispondere a un fenomeno epocale e modulato su più livelli, con nuovi strumenti come la realizzazione di corridoi umanitari europei”. “Le migrazioni – ha sottolineato – dovranno essere gestite in modo strutturato, con rigore e responsabilità, non più con un approccio emergenziale e serve una effettiva solidarietà tra stati membri”.
Amendola ha poi parlato del tema più scottante e immediato che l’Unione ha di fronte: la Brexit. “Noi siamo rispettosi di una scelta fatta dal popolo britannico e siamo rispettosi di quelle che sono le procedure interne della legislazione britannica, però – ha rimarcato – siamo preoccupati che questo processo abbia influenza non solo sul futuro assetto dell’Unione, ma anche sulla condizione dei cittadini e delle imprese italiane”. Secondo il ministro “in queste ore vediamo che ci sono degli sviluppi, io domani dovevo incontrare qui a Roma il ministro britannico per la Brexit ma l’incontro è stato cancellato proprio per le novità nel quadro britannico”, dove la Corte suprema ha giudicato illegale la chiusura di cinque settimane del Parlamento decisa dl premier Boris Johnson proprio per limitare l’intervento dei parlamentari sul processo Brexit.
L’Italia, ha sottolineato Amendola “lavora per un’uscita ordinata del Regno Unito dall’Ue”, ma è oramai pronta anche a una separazione senza accordo che comunque produrrà “delle conseguenze”. Il governo italiano, conferma il ministro, è anche pronto a concedere un nuovo rinvio della data di uscita, “per l’amicizia che ci lega al Regno Unito”. Dunque “esamineremo una eventuale richiesta di proroga anche per evitare le pesanti conseguenze del no deal, ma non potrà essere una proroga al buio, ma legata a un obiettivo preciso, come ad esempio dare il tempo di svolgere le elezioni
anticipate”.